sabato 19 dicembre 2009

EVITIAMO DI SOTTOVALUTATRE LA LEGA

Stiamo incredibilmente sottovalutando il pericolo Lega.
Ho visto la puntata di Annozero di ieri sera e sebbene abbia un bel po' di pelo sullo stomaco, il servizio su Trezzano, paese in provincia di Bresciano a giunta leghista mi ha disgustato. Proibito parlare l'arabo, moschea chiusa, divieto di istituire un qualsivoglia centro di cultura islamico. Non amo le religioni, nessuna, ma le motivazioni per le quali i bravi cittadini di Trezzano si oppongono a dare diritti ai musulmani che sgobbano nelle loro fabbriche, mi ripugnano. Quella gente fa schifo senza mezzi termini e chi la fomenta è un irresponsabile e un dannato bastardo. Se la storia fosse un cammino lineare che conduce verso il progresso e la piena consapevolezza dell'essere umano come specie e non come carne da macello, potremmo dire che quella gentaglia è fuori dalla storia, ma non è così. La storia si ripete. Non sarà la Germania degli anni venti, ma ci somiglia molto. I volkish padani parlano lo stesso linguaggio dei loro progenitori tedeschi, gli stessi che sono confluiti poi nel nazismo. Terra e sangue, morte all'invasore e a chiunque osi contaminare la purezza del suolo e della razza.
Zaia o chi per lui sta diventare governatore del Veneto. Se fanno certe cose in un paese piccolo come Trezzano, cosa faranno quando avranno in mano un'intera regione? Una regione che assumerà sempre di più i connotati artificiali di una piccola patria, con identità di cartapesta forgiate da una mitologia per dementi.
Eppure bisogna rimanere lucidi, questa gente schifosa ed arrogante, che vorrebbe che gli immigrati avessero solo doveri e non diritti, va combattuta con la ragione. Questo è un blog, un diario personale dove trovano posto gli sfoghi e i mal di pancia per una realtà intollerabile, ma la politica deve essere altro.
Dobbiamo chiederci da cosa derivi tanta violenza e tanta stupidità. Io credo che derivi per un verso da una reazione istintiva ad una paura profonda, quale quella di veder mutare un paesaggio familiare che è indissolubilmente legato alla propria identità, e per altro verso da una ragione forse più importante, più meno cosciente, più o meno incoffessabile: che i propri privilegi e i propri interessi siano meglio tutelati da una struttura sociale di tipo schiavistico. A mio parere questa è una ragione che accomuna ricchi e poveri, poiché tutti vogliono sentirsi superiori rispetto al negro invasore. È una sindrome tipica dei paesi ad alta emigrazione e scarsa coesione sociale. Se non voglio sentirmi l'ultimo di una società divisa in classi e caste devo prendermela con qualcun altro sotto di me e devo fargli assaggiare il mio tallone. Niente è più intollerabile dell'essere ultimi in casa propria.
Ci sono molte persone in Veneto e in Lombardia che vivono una realtà dissociata. Da una parte fanno volontariato, sono caritatevoli e solidali con il vicino che soffre, ospitano bambini poveri e disagiati di zone del mondo infelici, e dall'altra votano Lega o PDL perché credono di difendere così il loro benessere. Questo è un grosso guaio perché questa dissociazione è difficile da guarire e spesso si mescola con l'ipocrisia, malattia cronica e incurabile della piccola borghesia, ma dobbiamo comunque fare lo sforzo di tentare di parlare con questa gente e fargli capire che non conviene nemmeno a loro vivere in un'Italia spezzettata e dilaniata dai conflitti etnici.
Solo personaggi autorevoli provenienti della società civile però, non compromessi con il potere politico, possono fare questo tentativo. È per questo motivo che è indispensabile che la società civile e l'intellettualità migliore di questo paese venga allo scoperto e crei ampie aggregazioni in grado di fronteggiare l'emergenza. Sono ripetitivo, ma non vedo altre soluzioni, se non quella del solito discorso del ritorno dei partiti di sinistra sul territorio, del legame con la loro base sociale e di una rappresentanza che sappia interpretare i bisogni della gente. Discorsi in apparenza anche ragionevoli, ma che non tengono conto dell'emergenza che stiamo vivendo. L'emergenza richiede cure drastiche e immediate, che riescano a guadagnarsi il maggiore risalto possibile.
Non c'è tempo per la filosofia delle moltitudini o per le “cure del ferro”, bisogna agire in fretta e bene.

martedì 1 dicembre 2009

ONESTA’ E VERITA’ …. QUESTI I VALORI CHE CHIEDIAMO

Con immenso piacere e congratulandoci con i nostri amministratori comunali abbiamo appreso che la prima fase di attuazione del programma elettorale, del PDL locale, è terminata, il tutto “ per fasi ben calibrate e non sull’onda delle emozioni” come ci ha spiegato il capogruppo Daniello.
Il lavoro svolto in questa prima fase sembra che sia sotto gli occhi di tutti ma nessuno degli oratori ci ha fatto capire effettivamente quale sia.
Forse piazza A. De Gasperi dove hanno omesso di inaugurala insieme a tutto il centro storico, forse l’illuminazione (oscuramento), forse l’asfalto fonoassorbente; ma sono stati progettati da loro?
Siete stati capaci di creare problemi, vedi il PUG e la casa della salute , che solo l’amministrazione regionale di centrosinistra è stata in grado di risolvere.
I vostri veri meriti?
Aver perso i soldi per la ristrutturazione della scuola materna, ed il finanziamento per il recupero delle periferie.
Avete anche rifatto il manto erboso al campo sportivo (il gioiello,che quando era gestito da privati aveva due campi in erba e non costava niente alla comunità), adesso vorremo sapere a carico di chi sono le spese di manutenzione, e se le suppellettili tipo fari e accessori da spogliatoio sono di vostra proprietà o di qualche privato che aspetta solo il via per smantellare tutto.
Il presidente Daddario paga un nolo per l’utilizzo della struttura o il tutto grava sul groppone dei cittadini?
Vi presentate come una coalizione compatta e coesa ma in definitiva è sotto gli occhi di tutti che l’UDC, vista la vostra poco leale condotta, è ormai passata all’opposizione
Si paventa e si ostenta trasparenza e legalità ma poi il tutto si trasforma in sterile vendetta.
Non è certo trasparenza amministrativa portare sul palco i fatti privati dei cittadini che chiedono l’applicazione della legge; non crediamo sia onesto e legale, da parte del sindaco rendere di dominio pubblico gli atti dei privati cittadini ed è ancor più grave che tale comportamento venga usato per impedire ai cittadini di esprimersi liberamente.
Sindaco Lei è il primo garante della privacy ed è disonesto usare il potere che Lei ha per esercitare pressioni nei confronti di coloro che si appellano al diritto di passare qualche giorno tranquillo quando è in ferie.
Questo clima di vendetta e di ricatto sono decenni che non si vede, e se, come ha fatto notare Lei, è finito il ’68, credo che anche il fascismo abbia fatto il suo tempo e sia morto e sepolto.
Cittadini avete votato questa gente perché ci amministrasse, adesso avete il dovere di far capire Loro che Palagianello non è un condominio ma bensì una bella comunità.

domenica 29 novembre 2009

Centrali e Codex Alimentarius: prove tecniche di genocidio di massa. Agghiacciante


Da più di 20 anni si cerca di capire se le centrali nucleari mettono in pericolo la salute delle persone che vivono nelle loro vicinanze. Sono stati particolarmente studiati i tumori pediatrici, perché i bambini sono più vulnerabili alle radiazioni degli adulti. Il carico di radiazioni emesso dalle centrali nucleari è comunque molto inferiore alla radiazione naturale dell’ambiente a cui siamo costantemente esposti.Per analizzare un eventuale nesso tra la frequenza dei tumori pediatrici e il domicilio nei pressi delle centrali nucleari, si compie ora per la prima volta in Svizzera uno studio globale: si tratta dello studio sui tumori pediatrici nei pressi delle centrali nucleari svizzere.

Uno studio tedesco pubblicato nel dicembre 2007 ha rivelato che i bambini che abitano nel raggio di cinque chilometri da una centrale nucleare corrono maggiori rischi di ammalarsi di cancro. Aumenta in particolare il rischio di leucemia per i bambini piccoli. I risultati del cosiddetto studio KiKK («Epidemiologische Studie zu Kinderkrebs in der Umgebung von Kern-Kraftwerken»; studio epidemiologico sui tumori pediatrici nelle vicinanze di centrali nucleari) sono presentati in dettaglio sulla homepage del Registro Tedesco dei tumori pediatrici.

Ma un'altra minaccia si affaccia: Il Codex Alimentarius promosso dalle multinazionali, che entrerà in vigore il 31 dicembre del 2009 e potrebbe essere il più grande disastro per la salute umana: determinerà gli standard di sicurezza alimentare e le regole in più di 160 paesi del mondo, cioè per il 97% della popolazione mondiale. La Commessione di Commercio Codex Alimentarius (che nel 1994 dichiarò le tossine come nutrienti) è attualmente finanziata e condotta dall'OMS (che appartiene all'ONU) e dalla FAO. Un insieme di standard internazionali aventi come scopo la protezione della "salute" dei consumatori, attraverso pratiche nel commercio per: preparati alimentari, semipreparati, crudi, l'igiene degli alimenti, gli additivi, i pesticidi, i fattori di contaminazione, l'etichettatura, i metodi di analisi. Lo scopo recondito è di mettere fuori legge ogni metodo alternativo nel campo della salute, come le terapie naturiste, l'uso di integratori alimentari, di vitamine e di tutto ciò che potrebbe essere un potenziale concorrente per l'industria chimico-farmaceutica. La lobby della chimica farmaceutica è nata da un'associazione condotta da Rockfeller e dall'IGFarben della Germania nazista. L'IGFarben fin dal 1932 fornì ad Hitler un finanziamento di 400.000 marchi senza il quale il secondo conflitto mondiale non avrebbe potuto avere luogo e nel 1941 costruì ad Auschwitz la più grande industria chimica del mondo approfittando della mano d'opera dei campi di concentramento. Nel processo di Noriberga i responsabili della IGFarben furono dichiarati colpevoli di genocidio, di schiavitù ed altri crimini. Però un anno dopo la condanna, nel 1952, tutti i responsabili furono liberati con l'aiuto di Nelsen Rockfeller (che a quei tempi era ministro degli affari esteri in USA) e s'infiltrarono nell'economia tedesca.

A partire dal 2009 il codex mira a eliminare ogni supplemento alimentare naturale che sarà sostituito con 28 prodotti di sintesi disponibili solo in farmacia: tutto ciò che non è nella lista del Codex è considerato illegale; le medicine naturiste, come l'agopuntura la medicina energetica, ayurvedica, tibetana ecc. saranno progressivamente vietate; l'agricoltura e l'allevamento di animali saranno regolate dall'industria chimico-farmaceutica che vieta per principio l'agricoltura biologica. Questo significa che ogni mucca da latte sarà trattata con l'ormone bovino della crescita (ricombinato geneticamente) prodotto dalla Monsanto. Inoltre. Ogni animale del pianeta usato a fini nutrizionali dovrà essere trattato con antibiotici ed ormoni della crescita. Le regole del Codex permettono che gli alimenti contenti OGM non debbano più essere etichettati come tali. Non solo. Nel 2001 il Codex Alimentaris reintegra 7 delle 12 sostanze chimiche (note per essere causa di cancro) vietate unanimemente da 176 nazioni. L'alimentazione umana dovrà essere irradiata con Cobalto i cui livelli saranno maggiori di quelli permessi in precedenza.

venerdì 20 novembre 2009

LA PUGLIA E' VERAMENTE LA FABBRICA DI NIKY

Gli Uffici dell’Assessorato al Lavoro hanno presentato alla Giunta Regionale una delibera finalizzata alla stabilizzazione dei lavoratori Lsu per l’attività di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Sulla base della convenzione stipulata il 30 aprile 2009 fra Ministero del Lavoro e Regione e nell’obiettivo si svuotare la platea storica degli Lsu in continuazione con quanto fatto negli anni precedenti la Regione in via sperimentale stanzia un milione di euro a favore degli Enti pubblici, degli Ato e dei privati che intenderanno assumere a tempo indeterminato gli Lsu per il potenziamento dell’attività di raccolta differenziata.



Ogni Ente pubblico potrà ricevere come una tantum 10.000 euro per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato mentre le imprese private saranno beneficiarie di 14.000 euro. «Il termine di scadenza, fissato per il 31 dicembre 2009, verrà –recita la delibera- riproposto fra le attività prioritarie a tutto il 2010». «Si tratta – ha dichiarato l’assessore Losappio - di un primo provvedimento indirizzato a rafforzare concretamente la raccolta differenziata porta a porta e nello stesso tempo a dare lavoro e stabilità ai lavoratori socialmente utili; altri seguiranno nei piani antirecessivi che la Regione sta licenziando».

lunedì 16 novembre 2009

LETTERA APERTA

Cari cittadini,
inizio questa mia introducendola con una frase che il Segretario Pierlugi Bersani ha pronunciato alla festa nazionale del PD giovani:
abbiamo paura a pronunciare la parola tessera come se fosse una parola sessuale mentre e’ solo un adesione, come il ruolo degli elettori, che si valuta in base al loro numero.
Il partito non è una palestra per i nostri esercizi.
Per me il partito è uno strumento, il fine è la società
.”
Questa introduzione serve a dare corpo ad una mia riflessione sulla attuale composizione del consiglio comunale di Palagianello e per capire voglio coinvolgere tutto il movimento di centro sinistra, di sinistra e tutti coloro che oggi si sentono riformisti.
La domanda che rivolgo a tutti è questa:
vi siete chiesti , cari cittadini, i quattro consiglieri di “Insieme per il progresso” quale ideale stanno perseguendo, quali sono gli obbiettivi e i loro progetti visto che, dopo tutto questo periodo di latente opposizione non si riesce di capire a quale partito appartengono?
Il Partito Democratico di Palagianello insieme ad altre forze di centro sinistra, alle elezioni amministrative del 2008 ha cercato di conferire un minimo di identità politica rendendo credibile la coalizione “insieme per il progresso” che, al contrario, dimostrandosi poco lungimirante e senza tener conto del rispetto e della lealtà politica che era dovuta a chi la faccia l’ha messa per mantenere alti degli ideali, ha preferito trasformare una coalizione in un semplice movimento che accontenta solo qualche nostalgico.
È proprio vero, gli Italiani sono un popolo ( siamo un popolo) di poeti, di tecnici di calcio e sono anche quelli che vivono di luoghi comuni e di grandi nostalgie.
Tutti parliamo di politica ma quando arriva il momento di esporsi mettendo la propria faccia siamo bravissimi a contribuire con il classico “appoggio esterno”.
Ultimamente i partiti sono stati demonizzati (a Palagianello in particolare) a favore di movimenti che stanno facendo perdere il concetto fondamentale della connotazione e collocazione che conferisce una adesione identitaria, in questo caso la tessera ad un partito.
Incontro tantissima gente che invoca il ricongiungimento ed il rinnovamento della sinistra ma senza impegnarsi a realizzarlo, considerando i partiti delle scatole vuote che se qualcuno cerca di riempire bisogna marchiarlo come incapace o addirittura come nemico da combattere; tutti possono esprimere il proprio pensiero, il problema e far si che lo stesso venga preso in considerazione.
Vorrei che la politica cominciasse a lavorare per qualcosa e la finisse di crearsi dei nemici da sconfiggere, le elezioni si perdono anche perché il popolo vuol bocciare qualcuno, non sempre perché l’avversario merita la vittoria.
Per rimanere attaccati a posizioni di prestigio si continua a sfoggiare la parola “sinistra” ma poi si attacca l’unico partito che è contenitore di modelli di centro e di sinistra e ne conserva gli ideali senza far prevalere le idee di nessuno, si attaccano le persone che aderendo ad un partito vogliono organizzare il proprio modo di fare

politica insieme a tante altre persone che hanno l’obbiettivo di conquistare l’esercizio del potere politico.
Invece, ultimamente, si stanno creando dei sognatori che sono lontani anni luce dagli uomini che servono per cambiare questa comunità.
Non sappiamo da chi siamo rappresentati in consiglio comunale e, non si può incidere presso un’amministrazione provinciale o regionale (sono stato in un movimento civico e quindi scrivo la mia esperienza) se non si è rappresentati da un partito, quando si esterna il proprio pensiero su un quotidiano cartaceo non si riceve nessuna considerazione se non quella personale; questo fa capire che i movimenti devono nascere con l’obbiettivo di far crescere i partiti e non il contrario.
Poi è legittimo fare politica tutti i giorni con grande impegno e facendo delle scelte personali, ma l’organizzazione ed il governo sono un’altra cosa, non serve fare testimonianze politiche o quant’altro se si è portatori del solo pensiero personale, altrimenti ci si comporta come degli ultras di una squadra di calcio che fanno la stessa identica cosa.
Dal dopoguerra in poi far parte di un partito è la cosa più rilevante per chi fa politica, quindi il mio invito a tutti voi è quello di abolire e di evitare di far crescere queste forme mutevoli che di sicuro non identificano i valori e gli ideali in cui ci si riconosceva un tempo.
Iscriversi ad un partito, insieme ad altre persone da la possibilità e la certezza di condividere un certo numero di valori facendo forte quel detto che dice che “l’unione fa la forza”.
In queste parole è racchiuso il vero scopo di essere parte attiva di un partito; mettersi insieme ad altri per far contare di più ciò in cui credi.
Rimanere lontano dai partiti favorisce il disfattismo, l’ostruzionismo ed il disimpegno.
Se si continua a prendere le distanze dai partiti si lascia tutto nelle mani dei soliti noti che continuano ad sostenere un loro preciso disegno che altro non fa che alimentare la disaffezione verso la politica, tiene lontano tutto ciò che è nuovo e diventa qualcosa di incontrollabile.
I partiti sono gli intermediari fra il popolo e gli organi costituzionali, grazie ai partiti viene conferito ai cittadini il potere di partecipare a dare degli indirizzi che siano determinanti per tutta la politica nazionale.

Palagianello 16 Novembre 2009


Egidio Pastore

sabato 17 ottobre 2009

IL 25 OTTOBRE FAI VEDERE HE CI TIENI

DOMENICA 25 OTTOBRE ALLE PRIMARIE DEL P.D.

SCEGLI TU
IL SEGRETARIO

VOTA

La lista “RIFACCIAMO LA POLITICA” (scheda azzurra)
candidato segretario nazionale
Dario FRANCESCHINI
e
La lista “RIFACCIAMO LA POLITICA” (scheda rosa)
candidato segretario regionale
Guglielmo MINERVINI
Le liste “Rifacciamo la politica” sono state formate in Puglia a sostegno della candidatura di Dario FRANCESCHINI a segretario nazionale e di Guglielmo MINERVINI a segretario regionale del Partito Democratico.
Queste liste sono per un PD aperto alla partecipazione degli iscritti e degli elettori e ritengono le primarie uno strumento fondamentale della vita democratica del partito.
Vogliamo costruire un PD radicato sul territorio e vicino ai cittadini. Vogliamo che il PD faccia una forte opposizione alla destra e costruisca l'alternativa a questo governo insieme a tutte quelle forze che si uniscono per realizzare un programma comune.
“Rifacciamo la politica” vuol dire due cose: che dobbiamo rinnovare il modo di fare politica, ma anche che vale la pena ritornare a fare politica se vogliamo difendere la democrazia e prendere nelle nostre mani il futuro del nostro Paese.

1 MELLONEGiuseppe, (Solito-TA)
2 PASSERI Federica, (Palagianello)
3 LEGGIERI Antonio, (Lizzano)
4 MINELLI Maria, (Faggiano)
5 CITO Domenico, (ItaliaMontegranaro-TA)
6 PAOLILLO Melania, (Tamburi-TA)
7 GALEONE Arcangelo Antonio, (Roccaforzata)
8 FERRARA Daniela, (Solito-TA)
9 ROVITO Lorenzo, (Monteparano)
10 FORNARO Filomena, (Grottaglie)
11 CAMMARANO Aniello, (S. Giorgio J.)
12 SARTINI Cinzia, (Borgo)
13 GAGLIANO Giosuè, (Pulsano)
14 COLAPIETRO Palma, (Massafra)
15 CAPODIFERRO Mirko, (Palagiano)
16 RUSSO Teresa, (Salinella-TA)
17 ROTELLI Piero, (Talsano-TA)
18 DEL GIUDICE Anna, (Lama-TA)

lunedì 5 ottobre 2009

LA POLITICA DEL FARE

Cari cittadini di Palagianello,
abbiamo appreso, ancora pochi giorni fa, la tanto attesa notizia che il Pug è stato “finalmente” sbloccato; si, è proprio vero, il Piano Urbanistico Generale, quel documento programmatico che si erge a strumento di fondamentale importanza per lo sviluppo culturale, paesaggistico ed economico di un intera collettività ( almeno così dovrebbe essere) , ed in questo caso la nostra, si appresta ad essere approvato.

A dire il vero, in un primo momento ci siamo subito chiesti :
Vuoi vedere che l’attuale amministrazione di centrodestra si è ad un tratto svegliata dal lungo letargo che da sempre la contraddistingue, e si è messa finalmente a lavorare?
Purtroppo siamo stati prontamente smentiti.
Infatti, nell’analizzare in maniera più approfondita il risultato ottenuto dai nostri governatori, risulta evidente è chiaro, che il Pug che ci si appresta ad approvare è identico a quello che nel lontano (2003 ?) venne adottato dall’allora maggioranza di Centro Sinistra, ed è lo stesso per il quale gli attuali amministratori, in passato consiglieri di opposizione, non si sono risparmiati nell’evidenziarne la inadeguatezza alle esigenze del nostro territorio.

A questo punto la curiosità ci porta a chiedere:
Per quale ragione si è aspettato così tanto per approvare un Piano Urbanistico Generale già bello e pronto molti anni fa?
A dire il vero qualche modifica nel frattempo è stata apportata, anzi l’attuale amministrazione si è affannosamente adoperata per far rientrare nel PUG alcune aree gravate dal vincolo idrogeologico tipo la C1, ma è anche vero che il nostro strumento urbanistico è rimasto orfano della zona D4 (zona industriale).

Ma con altrettanta curiosità ci chiediamo:
Per quale ragione, allo stesso modo non ci si è battuti e non ci si batte, per far svincolare anche quella parte del Pug destinata alla realizzazione della zona industriale?
Forse si dimentica che la Zona Industriale è di fondamentale importanza per lo sviluppo economico del nostro paese, nell’interesse dell’intera collettività e non del singolo cittadino o imprenditore.
Cari cittadini, ritenendo che tali livelli di miopia non siano dovute a particolari forme patologiche, ci dispiace dirlo:

continua il gioco del Fare Politica, ma la politica è un’altra storia

giovedì 24 settembre 2009

LA POLITICA DEI CONDONI…

Ci risiamo,
ogni emergenza o crisi, pare essere per i governi Berlusconi una ottima occasione per tirare fuori dal cilindro delle misure a sostegno di chi nel nostro Paese ha l’abitudine di delinquere.
Nella giornata di ieri (22 settembre 2009) è infatti stato approvato dal governo della PDL “lo scudo fiscale”, attraverso il quale viene data la possibilità di far rientrare in Italia, capitali sottratti illecitamente al fisco Italiano condonando i reati penali e civili connessi all’espatrio degli stessi e con la garanzia dell’anonimato per chi questi reati li ha commessi.
Nei fatti si tratta del “più grande condono fiscale della storia” (come definito dal Wall Street Journal) che secondo le parole del ministro Tremonti non servirà nemmeno a riportare in Italia dei capitali definiti.

Il governo, per giustificare questo abominevole decreto sostiene che anche negli altri Paesi si attuano politiche simili ma ad onor del vero c’è da dire che, tanto negli Stati Uniti, quanto in Gran Bretagna, il rimpatrio di capitali “occultati” illegalmente al fisco è possibile pagando ammende del 40-50% e senza garanzie di anonimato, in Italia invece lo si può fare pagando un misero 5% e con garanzie di rimanere nascosti al fisco.

Tenendo presente la straordinaria diversità con chi ha invece deciso di far rimanere i propri capitali in Italia con notevoli difficoltà e pagando le tasse su essi per un 40% circa, la cosa davvero scabrosa è che con tale manovra ad esempio,
le organizzazioni criminali che hanno utilizzato capitali per fare affari legati al traffico internazionale di organi o di droga, possono adesso farli liberamente rientrare in Italia, pagando un’inezia e con la garanzia di rimanere anonimi alla guardia di finanza e alle forze di polizia.

L’impressione che ne deriva è che mentre a parole il governo Berlusconi sostenga di battersi per la legalità, per la velocità dei processi e per una corretta fiscalità, nei fatti faccia di tutto per premiare i disonesti e far sentire degli imbecilli gli onesti.

In ultima analisi vorremmo dire che forse non è un caso che Banca Mediolanum si sia affrettata a comperare degli spazi pubblicitari sui media per propagandare questo provvedimento, magari così una lauta parte dei capitali che potrebbero rientrare andrà a finire (in maniera del tutto anonima) nei conti corrente freedom continuamente sponsorizzati dal suo presidente in tv.


Palagianello 23 Settembre 2009
.......DONATELLO GRIPPO

lunedì 11 maggio 2009

"Li avete mandati al massacro



Immigrati a Lampedusa
LAMPEDUSA - "Li hanno mandati al massacro. Li uccideranno, uccideranno anche i loro bambini. Gli italiani non devono permettere tutto questo. In Libia ci hanno torturate, picchiate, stuprate, trattate come schiave per mesi. Meglio finire in fondo al mare. Morire nel deserto. Ma in Libia no". Hanno le lacrime agli occhi le donne nigeriane, etiopi, somale, le "fortunate" che sono arrivate a Lampedusa nelle settimane scorse e quelle reduci dal mercantile turco Pinar. Hanno saputo che oltre 200 disgraziati come loro sono stati raccolti in mare dalle motovedette italiane e rispediti "nell'inferno libico", dove sono sbarcati ieri mattina. Tra di loro anche 41 donne. Alcuni hanno gravi ustioni, altri sintomi di disidratazione. Ma la malattia più grave, è quella di essere stati riportati in Libia. Da dove "erano fuggite dopo essere state violentati e torturati. Non solo le donne, ma anche gli uomini".

I visi di chi invece si è salvato, ed è a Lampedusa raccontano una tragedia universale. La raccontano le ferite che hanno sul corpo, le tracce sigarette spente sulle braccia o sulla faccia dai trafficanti di essere umani. Storie terribili che non dimenticheranno mai. Come quella che racconta Florence, nigeriana, arrivata a Lampedusa qualche mese fa con una bambina di pochissimi giorni. L'ha battezzata nella chiesa di Lampedusa e l'ha chiamata "Sharon", ma quel giorno i suoi occhi, nerissimi, e splendenti come due cocci di ossidiana, erano tristi. Quella bambina non aveva un padre e non l'avrà mai.

"Mi hanno violentata ripetutamente in tre o quattro, anche se ero sfinita e gridavo pietà loro continuavano e sono rimasta incinta. Non so chi sia il padre di Sharon, voglio soltanto dimenticare e chiedo a Dio di farla vivere in pace". Accanto a Florence, c'è una ragazza somala. Anche lei ha subito le pene dell'inferno. "Quando ho lasciato il mio villaggio ho impiegato quattro mesi per arrivare al confine libico, e lì ci hanno vendute ai trafficanti e ai poliziotti libici. Ci hanno messo dentro dei container, la sera venivano a prenderci, una ad una e ci violentavano. Non potevamo fare nulla, soltanto pregare perché quell'incubo finisse". Raccontano il loro peregrinare nel deserto in balia di poliziotti e trafficanti. "Ci chiedevano sempre denaro, ma non avevamo più nulla. Ma loro continuavano, ci tenevano legate per giorni e giorni, sperando di ottenere altro denaro".

Il racconto s'interrompe spesso, le donne piangono ricordando quei giorni, quei mesi, dentro i capannoni nel deserto. Vicino alle spiagge nella speranza che un giorno o l'altro potessero partire. E ricordano un loro cugino, un ragazzo di 17 anni, che è diventato matto per le sevizie che ha subito e per i colpi di bastone che i poliziotti libici gli avevano sferrato sulla testa. "È ancora lì, in Libia, è diventato pazzo. Lo trattano come uno schiavo, gli fanno fare i lavori più umilianti. Gira per le strade come un fantasma. La sua colpa era quella di essere nero, di chiamarsi Abramo e di essere "israelita". Lo hanno picchiato a sangue sulla testa, lo hanno anche stuprato. Quel ragazzo non ha più vita, gli hanno tolto anche l'anima. Preghiamo per lui. Non perché viva, ma perché muoia presto, perché, finalmente, possa trovare la pace".

Le settimane, i mesi, trascorsi nelle "prigioni" libiche allestite vicino alla costa di Zuwara, non le dimenticheranno mai. "Molte di noi rimanevano incinte, ma anche in quelle condizioni ci violentavamo, non ci davano pace. Molti hanno tentato di suicidarsi, aspettavano la notte per non farsi vedere, poi prendevano una corda, un lenzuolo, qualunque cosa per potersi impiccare. Non so se era meglio essere vivi o morti. Adesso che siamo in Italia siamo più tranquille, ma non posso non stare male pensando che molte altre donne e uomini nelle nostre stesse condizioni siano state salvate in mare e poi rispedite in quell'inferno, non è giusto, non è umano, non si può dormire pensando ad una cosa del genere. Perché lo avete fatto?".

"Noi eravamo sole, ma c'erano anche coppie. Spesso gli uomini morivano per le sevizie e le torture che subivano. Le loro mogli imploravano di essere uccise con loro. La rabbia, il dolore, l'impotenza, cambiavano i loro volti, i loro occhi, diventavano esseri senza anima e senza corpo. Aiutateci, aiutateli. Voi italiani non siete cattivi. Non possiamo rischiare di morire nel deserto, in mare, per poi essere rispediti come carne da macello a subire quello che cerchiamo inutilmente di dimenticare". Hope, 22 anni, nigeriana è una delle sopravvissute ad una terribile traversata. Con lei in barca c'era anche un'amica con il compagno. Viaggiavano insieme ai loro due figlioletti. Morirono per gli stenti delle fame e della sete, i corpi buttati in mare. "Come possiamo dimenticare queste cose?". Anche loro erano in Libia, anche loro avevano subito torture e sevizie, non ci davano acqua, non ci davano da mangiare, ci trattavano come animali. Ci avevano rubati tutti i soldi. Per mesi e mesi ci hanno fatto lavorare nelle loro case, nelle loro aziende, come schiavi, per dieci, venti dollari al mese. Ma non dovevamo camminare per strada perché ci trattavano come degli appestati. Schiavi, prigionieri in quei terribili capannoni dove finiranno quelli che l'Italia ha rispedito indietro. Nessuno saprà mai che fine faranno, se riusciranno a sopravvivere oppure no e quelli che sopravviveranno saranno rispediti indietro, in Somalia, in Nigeria, in Sudan, in Etiopia. Se dovesse accadere questo prego Dio che li faccia morire subito".

domenica 3 maggio 2009

SEMPRE CON IL SINDACO VOGLIAMO PARLARE

Caro Sindaco,
anche se dimostra sempre poco interesse verso la parte politica che ha idee diverse dalle Sue, in quanto considera sempre delle offese personali anche dei semplici richiami all’attenzione verso la cittadina che Lei amministra, sentiamo il dovere come, Partito Democratico, di sottolineare il perchè sia sbagliata la Sua visione della politica per il cittadino in quanto ostinandosi a fossilizzarsi su vecchie questioni e a giocare con la dignità delle persone, aggira e non risolve i veri problemi.
Un plauso va alla sua giunta che si è dimostrata capace di aprire i cantieri per i progetti già pronti e approvati (fatto sventolato in ormai tutti i consigli comunali dal Suo Vicesindaco) ma ciò ha fatto si che, il vostro comportamento, possa essere paragonato a quello dei bambini quando non ricevono un regalo adeguato alle loro capacità.
Vorremmo che Lei concentrasse la sua attenzione e impegni la sua sensibilità verso i lavori di recupero e la riqualificazione del centro storico locale impegnandosi a pensare anche alle persone diversamente abili tenendo occupato l’ufficio tecnico comunale a progettare l’abbattimento delle barriere architettoniche visto che di scalinate ne sono state fatte tante ma, qualche rampa c’era ed è stata eliminata( vedi quella di accesso a via fornelli).
Bassissima è stata l’accortezza per l’individuazione dell’abbattimento delle barriere architettoniche di ogni genere e sorta dimostrando che usate la parola “TURISMO” solo per vostra soddisfazione personale, non comprendendo che se il turismo non è corredato con l’accessibilità, non viene promossa una cultura diversa che sia basata sulla cortesia e sulla accoglienza.
Le barriere architettoniche sono rappresentate da tutto ciò che nell’architettura può causare impedimento, infortuni e che ostacoli lo svolgimento normale di qualsiasi attività per i diversamente abili tanto da ridurne la qualità della vita agli stessi facendoli sentire sempre più emarginati.
Se il problema viene preso in considerazione in fase di progettazione o di realizzazione i costi sono pari a zero,un eventuale intervento successivo (vedi scalinata via fornelli e scalinata che da l’accesso al lungo gravina) l’eliminazione delle barriere comporta costi aggiuntivi enormi.
La vostra scarsa attenzione verso il saper accogliere va a cozzare con il progetto “Hospitis” o Comunità Ospitale, progetto ambizioso che coinvolgerà tutta la nostra comunità, questo spinge il Partito Democratico a porre attenzione verso le persone portatori di handicap, donne incinta e anziani.
A dire il vero, anche per progetto pilota “Hospitis” sarebbe opportuno essere chiari, non crediamo basti una assemblea con poca gente e due misere pagine sul sito internet a giustificare la gioia per un risultato acquisito che al momento porterà vantaggi economici solo nelle casse della società Sinergheia srl che è l’incaricata per

la stesura del progetto e sarebbe opportuno sapere se ci sono i soldi per la realizzazione dello stesso.
Perché si rientri nel circuito ,è necessario che il comune di Palagianello dia disponibilità di immobili nel centro storico dove la società interessata deve capire che tipo di interventi fare affinchè si possano creare residenze e servizi per i turisti.
I cittadini interessati al progetto devono compilare un modulo e consegnarlo al protocollo del comune entro il 09 Maggio 2009 .
Successivamente la società Sinergheia srl esaminerà gli immobili e se l’esito sarà positivo si darà inizio ad un negoziato per l’acquisto dell’immobile o per l’acquisizione del diritto di superficie.
Nell’invito dei nostri amministratori viene specificato che il negoziato si terrà con un “soggetto indicato”.
Alla luce di questo ci sembra doveroso porre alla Sua persona alcune domande a cui ci aspettiamo che lei faccia seguire delle risposte :
• Questo Soggetto,ha un nome un volto o una ragione sociale ?
• È di Palagianello o dobbiamo vedere trasmigare i nostri beni verso imprenditori del nord?
• Se i cittadini fanno venir meno l’interesse verso il progetto, il comune di Palagianello potrebbe partecipare con i locali e le case grotte del demanio?
• Rischiamo che dopo tanto agonia per il castello lo perdiamo per 30’anni?
• La corsa all’acquisto delle case grotte e delle abitazioni sul lungo gravina è pilotata da qualcuno?
• Tutti i cittadini che ad oggi hanno mantenuto in modo decoroso le case grotte a loro spese si vedranno riconoscere un indennizzo?

Come al solito la chiarezza è la dote che meno si evidenzia dal vostro modo di governare e quindi come Partito Democratico crediamo che non servono i “proclami al nulla” per veder crescere Palagianello,basta prendere di petto il problema del PUG, risolverlo in modo decoroso cercando che produca solo benessere per tutti e non per pochi; una volta recuperato il PUG si può pensare al progetto del GAL “Luoghi del mito” che è stato già approvato e di cui fa parte Palagianello, a meno che ci si è dimenticati di fare la domanda che scadeva il 14 Agosto del 2008 e così oltre ai soldi della scuola avremmo perso l’occasione di vedere crescere la nostra zona rurale insieme alla giusta riqualificazione del nostro centro storico.
Quel progetto darebbe veramente lustro alla nostra comunità in quanto parteciperebbero ristoratori ed imprenditori locali che conosciamo e che hanno un volto.

Palagianello 04 Maggio 2009

martedì 28 aprile 2009

LETTERA APERTA


Il Partito Democratico di Palagianello si complimenta con l’amministrazione comunale per il risultato ottenuto con il nuovo sistema misto di raccolta differenziata di “seconda generazione” nel mese di Marzo pari al

21% ?

Di questo , come cittadini siamo contenti perché abbiamo contribuito all’ottenimento di tale obbiettivo ma, come politici, proprio perché vorremmo raggiungere traguardi di gran lunga maggiori ,siamo costretti, nostro malgrado, a richiedere che sia messo a disposizione di tutta la cittadinanza la certificazione che attesti il raggiungimento di tale risultato; nello specifico chiediamo copia autentica delle convenzioni stipulate dall’ente comune con le aziende che ritirano il vetro, la plastica , la carta e il cartone al fine di conoscere il beneficio economico per l’ente .
In assenza di risposta in tal merito, siamo costretti a pensare che il provolone ricevuto dal sindaco in quel di striscia la notizia è stato talmente gradito che tale Proclama altro non è che una strategia per riceverne altri.

domenica 19 aprile 2009

460 milioni bruciati!

Tutti insieme. Tutti insieme "per condividere la speranza". Sono le prime parole di Dario Franceschini all'assemblea degli amministratori e dei candidati del Partito Democratico.

Non si venda il terremoto in televisione. Non è facile per il segretario del PD prendere la parola dopo Stefania Pezzopane, presidente della provincia di L'Aquila, toccata in prima persona dalla tragedia dele terremoto. "In lei c'è tutto il coraggio e la dignità dell'Abruzzo. - dice Franceschini - Grida vendetta l'idea che di fronte all'esigenza di avere risorse immediate, per un'operazione tutta politica si siano buttati via' 460 milioni di euro. Non e' moralmente accettabile, e' un atto
di irresponsabilita' grave. E purtroppo e' gia' pregiudicato
perche' ieri era l'ultimo giorno per fare l'accorpamento. C'erano risorse spendibili subito e bastava un banalissimo atto di coraggio del premier per spostarle sulla gestione del terremoto". Il governo ha preferito, invece, la strada più semplice, ha ceduto al ricatto della Lega, anteponendo gli interessi di pochi alle esigenze di una regione in ginocchio. "Non si puo' dire come ha fatto il presidente del Consiglio che lo stato dara' il 33 per cento per
ricostruzione. Come e' stato fatto in Umbria bisogna dare il 100 per cento per chi vuole ricostruire la propria casa, secondo un parametro minimo che va messo a disposizione di tutti. Da parte nostra nessuna polemica gratuita, ma siamo chiamati ad una funzione di controllo, propria dell'opposizione e ad un operazione di verità. Il terremoto non può essere un prodotto da vendere in televisione". Una critica aspra, quella del segretario, che si accompagna però al "nostro impegno". "Abbiamo dato tutta la nostra disponibilità a discutere il provvedimento d'urgenza, partecipando anche alla stesura del decreto legge". Senza contare i mille volontari e le 100 cucine da campo, già attivi in Abruzzo.


Berlusconi venga a Milano a ricordare la resistenza. All'indomani del richiamo del presidente Giorgio Napolitano al rispetto della Costituzione, il segretario del Partito Democratico riflette sui valori comuni a tutte le forze politiche, primi fra tutti l'antifascismo e l'orgoglio della resistenza. Di qui, la sfida al presidente del Consiglio: "Berlusconi non e' mai andato alle manifestazioni del 25 aprile e quindi gli rivolgo l'invito a venire con me a Milano a ricordare la Resistenza, per dimostrare insieme che la Resistenza e' un luogo condiviso. Nel passato il 25 aprile era un luogo di unita', gli avversari politici andavano insieme a ricordare un momento fondativo. Noi vogliamo che torni ad essere la festa di tutti e saremo in tutti i luoghi in cui si ricorda la Resistenza e vorremmo essere li' con i nostri avversari per dimostrare che e' un luogo condiviso".

Liste pulite, Rita Borsellino candidata in Sicila "In Europa andrà chi crede nel Partito Democratico e nei suoi valori". Primo fra tutti quello della legalità e della lotta alle mafie, "per questo - annuncia Dario Franceschini -, in Sicilia, a guidare la lista delle europee sarà Rita Borsellino che di quella lotta è il simbolo concreto". E proprio sulle candidature il segretario da una direttiva precisa ai presenti: "Vogliamo liste pulite e se qualcuno minaccia di andarsene in un altro partito se non e' candidato, non lo candidate! Per un voto perso ne guadagneremo dieci".

La Rai non è una torta da spartire.Ed a poche aore dal mini vertice a palazzo grazioli, per decidere le nomine Rai, il segretario democratico torna sull'argomento: "Io non ho fatto ne' faro' mai telefonate con il governo. Ci sono state perche' ho dovuto gestire per legge la nomina del
presidente della Rai ma da quel momento in poi io non faro' alcuna telefonata. Le scelte per i dirigenti Rai si fanno li', alla Rai, e non a casa del proprietario delle reti concorrenti. Perche' le nomine non sono una torta da spartire. La Rai non e' una torta ma e' il servizio pubblico televisivo"

Crisi globale, soluzioni locali."La crisi va affrontata anche e soprattutto in Italia, senza aspettare soluzioni da fuori. Da una parte abbiamo chi pensa alla propria salvezza individuale, dall'altra chi considera la crisi un luogo in cui per recuperare il senso di solidarietà nazionale. I più forti aiutino i più deboli, a tutti siano date le stesse opportunità di partenza. Se vogliamo vincere dobbiamo spostare il confronto dagli interssi, cari agli altri, ai valori, ai nostri valori".

Il coraggio delle parole: povertà, eguaglianza, lotta."Ci sono valori - spiega Dario Franceschini - che uniscono l'uomo di sinistra e il cattolico. Lotta, solidarietà, eguaglianza. Non dobbiamo avere paura ad usare le parole perche' quelle fanno capire da che parte stiamo. Non dobbiamo averne paura. Sono parole del passato, e' vero, ma possono essere utili per caratterizzarci come partito del futuro e dire che noi non ci possiamo rassegnare a questo modello sociale". E per chi si illude che non usare una parola sia sufficiente ad eliminare un problema, il leader democratico ricorda: "La povertà esiste, esistono famiglie a reddito zero. Noi non li abbandoneremo.Anche se ci hanno risposto di no, non
accantoneremo la proposta per la quale i redditi alti, a
cominciare dai parlamentari, devono dare il 2 per cento
dell'Irpef in termini di contributo di solidarietà"

Noi non moriremo di prudenza. In conclusione, il segretario democratico cita "uno dei nostri padri, Don Primo Mazzolari". "Dalle pagine della sua rivista 'Adesso'diceva: 'Rischiamo di morire di prudenza in un mondo che non vuole e non può attendere. Adesso, è un atto di coraggio'. Ebbene, noi non moriremo di prudenza".

I RAGAZZI DEL PD
CASTELLANETA

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domenica 12 aprile 2009

LASCIAMO GIUDICARE AI CITTADINI



(clicca sull'immagine per ingrandire)


Atto da copia originale del Consiglio Comunale del
09 Novembre 2007




In questa seduta di Consiglio Comunale si è consumato il dramma del PUG; con l’astensione al voto dell’attuale Sindaco Labalestra non si è preso atto dell’illegittimità della conferenza dei servizi tenuta da Petrera a Gennaio dello stesso anno.
Sarebbe bastato che il consigliere Labalestra avesse votato con i consiglieri Miola, Gasparre V., Antonicelli, Gigante M., Pavone A., Mappa V. e D’Alena, a favore dell’annullamento dell’atto e si sarebbero risparmiati i soldi del ricorso al TAR e soprattutto i soldi che ora regaleremo ai legali e ai tecnici che cercheranno (e non è detto che ci riescano) di riparare a tale enorme danno.
Il Partito Democratico come sempre è dalla parte dei cittadini e per l’ennesima volta dimostra in modo tangibile che non è continuando a dimostrarsi pieni di rancore o continuando a nascondersi dietro dichiarazioni del falso che si possono coprire ignobili macchinazioni.
Il Sindaco continua a dire che dal 1995 è in consiglio comunale ed ha una grande esperienza politica: allora perché commette così gravi errori?
L’esperienza prima o poi tutti la acquisiremo, ma l’incapacità è una Sua dote, lo dimostrano i documenti.

lunedì 6 aprile 2009

IL TAR DI LECCE BOCCIA IL PUG DI PETRERA,BORRACCI,D'ALO' E GASPARRE


Di fronte all’importanza dell’argomento l’ambiguità dimostrata dai nostri amministratori ci sembra grave e pericolosa.
il 3 Aprile si è svolto il consiglio comunale sulla sentenza del T.A.R. di Lecce che annulla tutti gli atti amministrativi a partire dalla conferenza di servizi del 31 gennaio 2006 ad oggi per incompatibilità dell’allora sindaco Petrera.
E’ opportuno dire che il T.A.R. non entra nel merito politico ma ravvisa un vizio di forma rivelando tuttavia un malcostume che ci sentiamo di combattere come uno dei pericoli maggiori di questa classe dirigente.
Ai nostri amministratori vogliamo chiedere:
Chi ha sostenuto Petrera quando ha cambiato maggioranza non conosceva l’incompatibilità del sindaco o si è ricompattato con lui per salvaguardare degli interessi di natura privata?
Come mai non si è tenuta in considerazione la lettera dell’assessore Barbanente che chiedeva al Sindaco Petrera se fosse proprietario di suoli ricadenti nel pug?
Come mai in consiglio comunale è stato attaccato solo il gruppo di “Insieme per il Progresso”che ha solo la colpa di aver portato il PUG a Palagianello, e non è stato per niente attaccato Petrera che è il principale colpevole insieme all’assessore Borracci, Gasparre e D’Alò che sono rei delle modifiche approvate a Luglio del 2007 ,modifiche approvate anche dal Sindaco Labalestra?
Forse perché il posto che occupa ora Petrera alla Regione Puglia può tornare utile per recuperare il grave danno arrecato alla cittadinanza?
L’attuale sindaco e l’assessore all’urbanistica continuano a sostenere che il PUG del 2004 era stato sovradimensionato per fini elettorali, pretestuoso ma pensarlo è legittimo, comunque esiste un fatto oggettivo che non si può negare,il PUG fu approvato, in seguito ridimensionato, ma esisteva e tutto fu fatto con atti pubblici.
Andiamo ora ai giorni nostri, amministrative comunali del 2008, gli stessi attori pur essendo a conoscenza dell’incompatibilità e dell’illegittimità esistente sul Pug, si sono impegnati in campagna elettorale a far rientrare in uno strumento “viziato” gli stessi cittadini esclusi (per causa loro) a fini palesemente elettorali, stavolta però pregiudicando anche gli interessi degli altri proprietari, non potendo avere l’approvazione sul PUG, come dimostrato dal T.A.R..
Come Partito Democratico ci sentiamo di chiedere che le azioni amministrative tornino a privilegiare gli interessi di tutti e lo sviluppo del nostro Comune.
Come cittadini abbiamo tutto il diritto di chiedere una soluzione rapida (basta cercare appigli legali) e che salvaguardi i principi fondanti del PUG del 2004 (tutti i cittadini e i proprietari devono avere gli stessi diritti e vantaggi); nella considerazione delle nuove esigenze di sviluppo e di compatibilità idrogeologiche evidenziate dal nostro territorio negli ultimi anni e soprattutto che passi dalle mani di amministratori liberi da condizionamenti personali.
Sembra di chiedere la luna ma non è altro che la normalità amministrativa e non vogliamo assolutamente rassegnarci all’idea di averla persa per sempre.

sabato 4 aprile 2009

Ci saremo


Franceschini: "Dove c'è un disoccupato, un povero, qualcuno che perde il lavoro, non può non esserci un progressista al suo fianco". Sabato diretta su Youdem.Tv. Bersani da Ambiente Futuro: "Siamo per una società più giusta e solidale".

Ci sarà anche il segretario del Pd, Dario Franceschini, alla manifestazione di domani in piazza a Roma organizzata dalla Cgil. Lo ha annunciato lui stesso ai giornalisti: "Domani - ha detto - ci sarò, andrò alla manifestazione. Uso le parole di Gordon Brown: dove c'è un disoccupato, un povero, qualcuno che perde il lavoro, non può non esserci un progressista al suo fianco. Noi dobbiamo essere lì e io andrò alla manifestazione, prima di partire per Amalfi dove teniamo la nostra scuola politica".

Franceschini ha spiegato che ha aspettato fino ad oggi per annunciare la sua scelta perché non voleva che "i giorni precedenti alla manifestazione fossero attraversati dal dibattito su cosa fa il segretario del Pd".
Aggiunge il segretario democratico: "Andrò lì come sono andato alle manifestazioni della Cisl e della Uil nelle quali si chiedono misure per i lavoratori che perdono il posto e si denuncia la totale inadeguatezza delle misure che il governo italiano sta prendendo per affrontare l'emergenza della crisi".

Franceschini precisa che "non ci sarà una delegazione ufficiale, una delegazione formale, che peraltro non ci è nemmeno stata chiesta. Ci saranno molti parlamentari e ci sarò anche io. Ovviamente senza entrare nel merito delle divisioni tra i sindacati sul modello contrattuale, cosa che rientra nella loro dialettica". Peraltro, aggiunge Franceschini, "io continuerò a dire quello che ho detto più volte, e cioè che è il tempo di un nuovo luogo unitario per i sindacati che faccia prevalere ciò che unisce e non ciò che divide".

Apprezzamento per la partecipazione del segretario del Pd alla manifestazione di sabato arriva da Antonello Soro, capogruppo Pd alla Camera: "Domani al Circo Massimo ci saranno italiani che difendono i loro diritti e che rivolgono al governo Berlusconi le stesse critiche che rivolgiamo noi, che lottano contro la precarietà e i privilegi". "Il segretario del Pd - continua Soro - "deve stare al fianco di questi lavoratori per garantire la solidarietà e l`impegno di tutti noi su queste battaglie. Bisogna che tutti mettano in soffitta gli antichi riflessi condizionati nel rapporto con i sindacati. Si può consentire e dissentire con le posizioni di Cgil e Cisl sulla base del merito, si può e si deve partecipare alle loro iniziative quando pensiamo che sono giuste. Sono convinto che le divisioni tra le maggiori organizzazioni sindacali non siano utili ai lavoratori che spesso potrebbero essere superate se la politica non offrisse sponde interessate ora all`uno ora all`altro capo delle due maggiori sigle", conclude il Presidente dei Deputati Pd.

Secondo la capogruppo del partito democratico al Senato Anna Finocchiaro "è giusto che molti esponenti del Pd siano in piazza a Roma per manifestare contro l'inadeguatezza di questo Governo che di fronte a questa crisi non fa nulla per aiutare chi è più in difficoltà e chi sta perdendo il posto di lavoro. E' il mondo del lavoro quello che sta pagando il più alto prezzo a questa crisi ed è giusto stare là dove si chiedono urgenti misure per rispondere alle difficoltà di tante famiglie italiane".

"C'è sintonia tra le nostre proposte e quelle della Cgil sulla crisi" aggiunge Anna Finocchiaro "ma il nostro partito parteciperà a tutte quelle manifestazioni, anche degli altri sindacati, dove si reclamano misure urgenti e immediate per il lavoro. Non entriamo nelle dinamiche sindacali e da tempo invochiamo un processo che porti all'unità sindacale. E' il governo che ha lavorato per dividere il fronte sindacale. Noi non lo faremo mai".

Anche perché "non è solo la Cgil a pensare che sia necessario trovare risorse per vere per gli ammortizzatori sociali, per chi perde il posto di lavoro e per quelle aziende che hanno bisogno di risorse per poter continuare a svilupparsi. Lo pensiamo anche noi - conclude la Finocchiaro - e lo pensano centinaia di migliaia di italiani che magari non sono iscritti al Pd o alla Cgil ma sanno che le misure di questo Governo contro la crisi sono inadeguate".

Intanto da Amalfi, dove si sta svolgendo il secondo appuntamento della scuola politica del Pd, Pierluigi Bersani torna a parlare della crisi e incita i giovani presenti: "Il Pd esiste per costruire una società più giusta e solidale. Torniamo a pensare ai più deboli, investiamo nei salari, nei redditi e nel Welfare".

La mobilitazione nazionale indetta dalla CGIL in difesa dei diritti dei lavoratori e del contratto nazionale del lavoro, che si terrà a Roma presso il Circo Massimo, sarà trasmessa in diretta da YouDem.tv dalle 10,00 alle 13.30.

Guarda l'intervista realizzata da Youdem.tv a Guglielmo Epifani

sabato 21 marzo 2009

Noi, il PD


Intervento del segretario Franceschini all'assemblea nazionale dei circoli del PD

È bello vedere tutti voi e devo dirlo a chi ha raccontato il pd sui giornali”. E' la prima frase del discorso di Dario Franceschini all’assemblea dei circoli del PD. Migliaia di segretari di circolo con i quali ribadire che “ Siamo un partito vero, un partito di popolo, che ha una gran voglia di cambiare tutto. Abbiamo un compito straordinario: disputare un partito dentro una crisi enorme, inaspettata, all’inizio di un secolo nuovo, mentre cambiano i punti di riferimento. Aiutare gli italiani in difficoltà anche stando all’opposizione. La sfida di un partito riformista è unire protesta e proposta. Un partito che denuncia con onestà la durezza della crisi, e delle sue straordinarie occasioni”. È l’occasione per ricordare i dati dei disoccupati forniti dall’ISTAT, che sono di prima che esplodesse la crisi: 14 milioni di famiglie con meno di 1300 euro al mese, 10% senza spese mediche, 16% senza vestiti. Numeri prima della crisi di settembre, quanto sono peggiorati. Da qui l’affondo a Tremonti: “A che serve rivendicare di esser ei primi a prevederlo se poi non si agisce? Perché se sono stati così bravi poi hanno fatto tutto a rovescio buttando 5 miliardi tra Alitalia e ICI? Perché hanno detassato gli straordinari, tassato le banche e poi le hanno aiutate? Perche non iniziare dai redditi bassi? Perché nascondere la crisi, negarne l’esistenza e parlar d’altro? C’è il tentativo di nascondere tutto parlando di giustizia, intercettazioni, del caso Englaro? Sono armi di distrazione di massa, ma la gente non ci casca”.

Emergenze e tempi lunghi. “Abbiamo il dovere di dire cosa fare abbinando misure d’emergenza e strutturali. Nella pianura padana quando c’è la piena si fanno le catene umane con i sacchi di sabbia sugli argini e così salvano la città. Dopo la piena ragionano sugli interventi permanenti. Questo serve. C’è chi ha perso il lavoro da anni e ha più di cinquanta anni, i precari senza ammortizzatori. Anche tra le imprese ci sono deboli e forti: eliminiamo la burocrazia. Facciamo ripartire l’edilizia: hanno detto di si e poi con un emendamento hanno stravolto la nostra mozione, ma incalzeremo perché non si possono prendere in giro i comuni. Ci sono 14 miliardi di euro possono essere pagati dai comuni, vincolati dal patto di stabilità a non spenderli!! Vorrei avere una webcam nei vertici di governo per sapere cosa si dicono…".

No a questo piano casa, si a un grande piano per l’affitto. Il segretario del PD boccia il piano casa: devastazione del territorio. E riferendosi alle ultime novità si indigna: “Vogliono far costruire anche nei centri storici col silenzio assenso delle sovrintendenze!!! Probabilmente lo vogliono mettere dopo un’ora senza risposte! Abbiamo letto che basta un autocertificazione per costruire un condominio!! Il decreto legge senza le regioni è inaccettabile, va contro la Costituzione, non lo accetteremo mai.Si può fare un premio del 20% ma non così. L’economia ambientale può essere investendo su ricerca e sviluppo quel che è stato l’informatica negli anni 80.
Si parla di casa ma pensiamo a chi è in affitto: dovremo lanciare un grande piano per l’affitto partendo dalla costruzione di case popolari, un meccanismo per le detrazioni, un aliquota di solo il 20% per i proprietari che affittano. Abbiamo centinaia di migliaia di case sfitte e studenti, anziani, famiglie che non sanno dove dormire.

Opposizione non antiberlusconismo.“Questo è fare opposizione. Non antiberlusconismo, non parlare della persona, ma incalzare, sfidare sui contenuti, alzare la voce perché il governo è completamente inadeguato ad affrontare la crisi e il premier offende la costituzione, vive il Parlamento come un ingombro, nemmeno il ruolo di garanzia del Capo dello stato non gli va bene. Proprio perché i riformisti hanno la forza di dire di si alzano la voce quando vedono la superficiale mediocrità di chi è chiamato a un ruolo di Stato e insultano gli italiani: impiegati fannulloni e studenti guerriglieri. Lì c’è un problema di rapporti con il mondo”.

Alleanze ed europee. “Non è oggi il momento di scegliere; non discutiamo di alleanze per il 2012. Ma delle cose le dobbiamo dire. Negli enti locali le alleanze si stanno costruendo sulla base di condivisione di programmi e candidati. Grande libertà agli enti locali. Per le prossime politiche io provo un brivido di fastidio quando sento leggere. Ritorneremo all’Unione; no non torneremo a 15 alleati rissosi che sfilano contro sé stessi e non l’avversario, voglio ringraziare con voi Veltroni perché ci ha portato fuori da quella situazione, ha dichiarato chiusa quella parte di storia. Certo sappiamo che difficilmente da soli vinceremo, certo costruiremo alleanze: con poche forze e chiare. Abbiamo un compito doppio rispetto agli altri partiti che perdono le elezioni dentro sistemi consolidati. Sono percorsi che richiedono anni, non mesi. Il parlamento europeo è il luogo dove si decide il nostro futuro, non un luogo per pensionati di lusso. E le nostre liste saranno fatte solo da persone che si candidano ad andare a lavorare a Bruxelles non per raccogliere preferenze sulla base di una truffa. Berlusconi ha già annunciato di essere capolista ovunque e di candidare i ministri omettendo di dire che per legge dovranno dimettersi tutti. È per questo che proporrò di candidare solo persone autorevoli e competenti che resteranno a lavorare in Europa, solo persone che non hanno mandati locali o regionali da completare.
Molti amici mi hanno detto: riflettici resta capolista in tutte le circoscrizioni.
Voglio dirlo direttamente a Berlusconi: il primo atto di serietà di un uomo politico è non imbrogliare gli elettori, non chiedere preferenze per un luogo dove non si metterà mai piede.

Riconquistare i democratici delusi. “È nata una speranza comune. Dobbiamo anche costruire il partito che non è ancora costruito, lo stiamo costruendo. Fa bene riflettere ma smettiamola di parlare dei nostri limiti e abbiate l’orgoglio di quello che è stato fatto in pochi mesi. Diamanti parla di esuli in patria: questi sentimenti si provano verso una cosa alla quale si stente di appartenere, non a una cosa lontana. È lì che dobbiamo lavorare. Servono circoli aperti nel territorio. Dobbiamo essere mobilitati, aperti. L’assegno di disoccupazione non basta passi in tv, dal giorno dopo i circoli si aprano, distribuiscono i volantini, fermino la gente, vadano davanti alle fabbriche. Questo è il valore della militanza, con strumenti antichi e solidi. Così si chiude il dibattito su partito liquido e solido: raccogliamo il voto di opinione, parliamo all’opinione pubblica e ai media ma teniamo porte e finestre spalancate con i circoli. Facendo del rigore e della pulizia i criteri di scelta dei dirigenti ben oltre le responsabilità penali. Controllate, denunciate, alzate la voce".

No alle correnti. “Non temiamo i dibattiti interni ma sui contenuti, non per avere fonti di divisione sui giornali. Avremo aree culturali di riferimento, non distorsioni di correnti individuali, dividetevi, aggregatevi ma non fatelo in base ai cognomi dei leader nazionali, neanche sul mio!fatelo sulla base delle idee in campo per il futuro. Ci siamo lasciati alle spalle i litigi, siamo democratici italiani, amate il vostro partito tornate a casa orgogliosi: il PD l’abbiamo costruito noi e lo difenderemo dagli attacchi, dalla rassegnazione e dalla delusione, i mali più difficili da curare”.

Abbiamo un compito incredibile: costruire un partito nuovo in un tempo nuovo.“Quando tutto è immobile la rotta è quella dei binari di un treno, ora siamo in mare aperto: tutto è più difficile ma più affascinante. La globalizzazione ci ha portato lì e le singole nazioni sono inadeguate, per questo sui nostri manifesti elettorali ci sarà scritto: noi siamo europei. E l’opinione pubblica è più avanti: i giovani faticano a capire se parliamo di proprietà nazionale delle imprese e o della difesa. I giovani sono già europei, vanno in Europa per l’Erasmus, parlano inglese, usano la rete per costruire un percorso comune e s coprendosi una volta in piazza un unico popolo. È l’Europa dei voli low cost e non c’è differenza ad andare a Milano, Barcellona, Berlino. Sono i governi impauriti che non hanno coraggio: i popoli sono davanti ai loro governi.
Globalizzazione e crisi hanno cambiato tutto: divide chi pensa che la globalizzazione debba essere trainata dai mercati che avrebbero portato benessere e democrazia. Dall’altra parte ci siamo noi che pensiamo che servano gli anticorpi di politica, diritto globale, valori. Manteniamo nelle mani della politica la lotta alle diseguaglianze: dentro i paesi e tra i paesi. Guardiamo avanti per fare la grande politica. Risposte per l’oggi indicando il futuro nel quale vogliamo portare il nostro paese.
Non limitiamoci a correggere un modello, dobbiamo avere la forza di cambiare le gerarchie. La vittoria di Obama non è legata solo alla sua figura. Ha vinto non proponendo correzioni a Bush ma proponendo valori completamente diversi.
Non possiamo mettere gli uni contro gli altri, il nord contro il sud. Mettiamo a disposizione il nostro talento per la comunità in cui viviamo, i forti in aiuto dei deboli. Dalla crisi possono uscire un’Italia divisa o un’Italia migliore e lavoreremo per questo. Anche quando tutto sembra buio, paura, rassegnazione serve la capacità di guardare il futuro e c’è un modo per farlo: non si vede ben col cuore perché l’essenziale è invisibile agli occhi.

venerdì 20 marzo 2009

(clicca sull'immagine per ingrandire)

domenica 15 marzo 2009

"Presidente questa è un'emergenza"

E’ partita oggi la campagna dei Giovani democratici per inviare al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, una cartolina-appello per l’accorpamento della data del referendum con quella delle elezioni europee e amministrative. Il segretario del Partito Democratico, Dario Franceschini, oggi ha simbolicamente imbucato la prima delle migliaia di cartoline che saranno spedite dai Giovani democratici di tutta Italia a Palazzo Chigi.
E davanti all'ufficio postale ha replicato al Cavaliere, che intervenendo telefonicamente al convegno di Reteitalia, diceva: "Siamo al 43% dei consensi e puntiamo ad arrivare al 51%". Il segretario democratico a chi gli chiedeva un commento ha risposto: "Non so perchè sia così umile, io ho un sondaggio qua in tasca secondo il quale il suo partito è già al 51% e alle Europee può arrivare al 92%".

Bando aglis cherzi l'obiettivo della campagna è far fare marcia indietro al governo ed evitare lo spreco di oltre 460 milioni di euro (circa mille miliardi delle vecchie lire) ultilizzando fli stessi soldi per la nostra sicurezza.

Ecco il testo della cartolina che si può trovare anche nella sezione "Materiali di comunicazione" del sito internet del Pd:

Caro Presidente Berlusconi, ho letto che il tuo governo, nel mese di giugno, mi farà votare in due giorni diversi per le elezioni e per il referendum e che questo comporterà un costo in più di oltre 460 milioni di euro! Perché buttare questi soldi dello Stato e dei cittadini? Il Partito Democratico propone di utilizzarli per potenziare con uomini e mezzi le Forze dell’Ordine, acquistare il carburante alle volanti, riparare quelle ferme perché rotte e pagare gli straordinari al personale.
Io sono d’accordo e ti chiedo: aiuta gli italiani davvero, unifica la data del voto.

L'inziativa, partita da una proposta dei Giovani Democratici mira ad accorpare i prossimi impegni elettorali, in questo periodo di crisi. Il prossimo giugno milioni di italiani saranno chiamati a scegliere i propri rappresentanti in Europa e nelle amministrazioni locali. Pochi giorni dopo si dovranno recare di nuovo alle urne per il voto referendario. La domanda che da tempo si pone il PD è perché non fare in modo che esista un unico turno, un election day, che permetta di portare ai seggi una volta sola e che, soprattutto, faccia risparmiare oltre 460 milioni di inutili spese elettorali. Una proposta di buon senso, una risposta che è vicina alle persone in grande difficoltà con l’estenuante crisi economica.

In effetti non pare che esistano valide motivazioni razionali per opporsi a questa richiesta se non quelle degli interessi di pochi, e di una persona in particolare, il cui obiettivo rimane quello di svilire l’importanza dell’istituto referendario e ricompattare una maggioranza sfilacciata. Detto in altri termini, a Berlusconi interessa solo evitare che il referendum ottenga il quorum necessario e poco importa se per ottenere il risultato vengano bruciati 460 milioni di euro in pochi giorni.


"Il governo non vuole l'election-day, l'accorpamento delle elezioni europee ed amministrative in un unico giorno, per impedire che il referendum raggiunga il quorum”. Lo ha dichiarato il segretario del Pd, Dario Franceschini, durante il suo intervento all'assemblea costituente dei Giovani Democratici.

"L'election-day permetterebbe di risparmiare 460-500 milioni. Sono soldi che vengono buttati dalla finestra, sono buttati in faccia alle persone che non ce la fanno, mentre potrebbero essere utilizzati per potenziare con uomini e mezzi le forze dell'ordine. Buttano via soldi veri- ha continuato Franceschini - per impedire che al referendum venga raggiunto il quorum".

"Berlusconi, continua Franceschini nel suo intervento davanti alla platea dei Giovani Democratici, "è l'unico primo ministro che si preoccupa di nascondere o di minimizzare la crisi. Tutti i capi di governo presentano la crisi con durezza, mostrando la realtà, indicando i rischi che corriamo e le possibili soluzioni. Berlusconi è l'unico presidente del consiglio che si preoccupa di nascondere la crisi o di negarla e che dice 'spendete' alla persone che non arrivano a fine mese. Qualsiasi persona di buon senso non può che dare ragione alla presidente di Confindustria". Il riferimento è all'appello lanciato da Emma Marcegaglia sulla necessità di affrontare la crisi economica con «soldi veri». Durante il suo intervento all'assemblea nazionale dei Giovani Democratici Franceschini è tornato sulle critiche al piano-casa: "È una norma demagogica fatta unicamente per raccogliere qualche voto. Per questo non la possiamo accettare, «dobbiamo difendere il nostro territorio, le nostre coste i nostri centri storici. Anche se alla maggioranza piace l'idea di devastare il territorio con una norma demagogica".

venerdì 13 marzo 2009

Evasione, il governo non lotta


L’Italia, “un paese con 100-120 miliardi di evasione fiscale,in cui recuperando il 10% si finanzierebbero molte delle cose che stiamo dicendo ”. Con queste le parole Dario Franceschini si presenta alla platea di imprenditori, presenti al Forum di Confcommercio. “Gli evasori non sono tutti uguali. Si tratta sempre di un comportamento sbagliato, ma c'e' chi evade per comprarsi la villa e chi per mandare a scuola i propri figli". Un intervento inconsueto, quanto apprezzato come sottolineato dal lo scrosciante applauso partito dalle prime file e diffusosi fino alle ultime. "Tocca al governo - ha spiegato il segretario - capire da dove cominciare la sua battaglia all'evasione”.


Inevitabile il ritorno sulla proposta di assegno ai disoccupati, bocciata ieri dalla camera e duramente avversata dal governo. Franceschini incalza Berlusconi e co. sul fattore tempo, ribadendo che non si può aspettare che intervengano misure strutturali e dire a chi sta per essere travolto dalla crisi “nel frattempo cavatevela da soli. Non è una risposta o è una risposta disonesta. Sappiamo benissimo che esistono misure strutturali per affrontare la crisi e misure di emergenza alcune delle nostre proposte come l'assegno di disoccupazione non sono chiaramente strutturali''. Con una battuta sarcastica commenta invece l’etichetta di “elemosina”, affibbiata alla tassa “una tantum” proposta dal PD: “ "Mi hanno detto che è elemosina l'altro ieri Ferrero, ieri Berlusconi. O Berlusconi è passato a sinistra o Ferrero è passato a destra. Ad ogni modo c'è qualcosa che non funziona se parlano tutti e due di elemosina”.

“Non condivido questa assurdita' delle prefetture che devono controllare il credito". Il leader del Pd, boccia senza appello la presenza dei prefetti negli osservatori sul credito. "Chi vive nella realta' sa che non siamo in Francia - ha aggiunto – le prefetture non hanno le competenze". E anche il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, a poche ore dal suo ultimo exploit contro Bankitalia ( ha minacciato di affidare la vigilanza alla Bce) viene richiamato all’ordine: “Voglio dire una cosa chiara al ministro Tremonti: litighiamo tra maggioranza e opposizione ma lasciamo fuori Bankitalia, non tocchiamo la libertà e l'autonomia di Bankitalia”.

Il segretario continua ad opporsi fermamente alle posizioni prese dal governo ed all’insistente convinzione che le decisioni cardine si possano prendere senza tener conto dell’opposizione e delle forze sociali. La collaborazione, ne è convinto il leader PD, è l’unica strada affinché “tutti facciano la propria parte”. “Fatico a capire – attacca il leader PD - un ministro dell'Economia che dice di essere stato il primo a capire che la crisi sarebbe stata così dirompente e un governo che, quando se ne vedevano i primi effetti, ha preso provvedimenti come quello dello sgravio fiscale per i redditi elevati o l'operazione Alitalia, che costano complessivamente 5 miliardi di euro, che si sarebbero potuti spendere per le prime misure anti-crisi''.

Ultima nota dolente è Alitalia. Il leader PD racconta la sua personale “odissea” fra voli in ritardo e aeroporti mal funzionanti. "Il mio viaggio da Roma a qua – spiega - e' stata una metafora delle cose che vanno sistemate nella nuova Alitalia. Avevo un biglietto di Air One e sono andato a un check in Alitalia e mi hanno detto di no, che devo andare a un check in di Air One. Pensavo fossero informati e sono andato a un check in Air One. Poi ci hanno messo sul pullman con venti minuti di ritardo e ci hanno portato ad un aereo Alitalia. Ci hanno tenuto sul pullman altri cinque-dieci minuti e poi ci hanno portato davanti ad un altro aereo Alitalia. A quel punto siamo saliti sull'aereo ma i bagagli erano sull'altro aereo, quello precedente".

giovedì 12 marzo 2009

Assegno di disoccupazione, bocciata la proposta del Pd


È stata bocciata la mozione del Pd per l'istituzione dell'assegno mensile per chi perde il posto di lavoro. Sia la Camera che il Senato hanno respinto, infatti, la proposta avanzata dal leader Dario Franceschini per aiutare chi diventa disoccupato e si ritrova a 'reddito zerò. In aula a Montecitorio, il governo ha espresso parere contrario con Maurizio Sacconi, ministro del Welfare, che ha spiegato che i sussidi di disoccupazione «sarebbero certamente positivi in una economia dinamica» ma che «in una fase di questo tipo diventano oggettivamente, al di là delle intenzioni di chi li propone, un incentivo al licenziamento, al rattrappimento strutturale».

Ma il leader del Pd, Franceschini, in aula alla Camera ha spiegato così la ratio della mozione: «Noi siamo consapevoli che le cose che abbiamo proposto, come l'assegno per i disoccupati, non sono risposte strutturali alla crisi. Ma sappiamo che in un momento difficile chi guida il paese deve sì pensare ad interventi trutturali, ma anche immaginare come affrontare nel frattempo l'emergenza per aiutare chi sta peggio». E ha difeso questa proposta, come quella dell'una tantum sui redditi da 120mila euro, spiegando che non si tratta di demagogia e invitando il governo «a rispondere nel merito: dite sì o no. Le coperture ci sono».

E poi ha lanciato l'affondo: «C'è una differenza di fondo tra noi e voi al di là delle singole scelte: noi pensiamo che nella crisi debbano scattare meccanismi di solidarietà nelle comunità. Voi pensate che nella crisi sia inevitabile che qualcuno soccomba e qualcuno si salvi. Noi sappiamo che il paese si salva tutto assieme o non si salva nessuno».

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, ha subito replicato: «Rischio di cementificazione, disegno di riprogettazione, deriva inimmaginabile: parole grosse che fanno capire a tutti quanta paura abbia il povero Franceschini di perdere le prossime elezioni».

12 marzo 2009

lunedì 9 marzo 2009

Un anno senza licenziamenti

Il Governo deve approvare subito una moratoria dei 100.000 licenziamenti di lavoratori precari nella pubblica amministrazione.

Continua la battaglia contro il precariato del segretario del PD, Dario Franceschini, che dopo l’assegno per i lavoratori precari licenziati privi di cassa integrazione, lancia la nuova proposta: “Proponiamo al governo una moratoria di un anno, quindi per la durata della crisi, bloccando i provvedimenti che porteranno, se non corretti, al licenziamento di 60 mila lavoratori del pubblico impiego e circa 40 mila della scuola. Creando disagio agli utenti, alle famiglie per il taglio di servizi, per la chiusura delle classi e la chiusura delle scuole nei piccoli paesi”.
Già, perchè con questo governo ci si deve abituare ai paradossi: “Mentre lo Stato con una mano cerca di occuparsi di chi ha perso o perderà il lavoro, con l'altra mano licenzia i propri dipendenti. Questo non ha senso”.

L’operazione verità. I democratici devono impegnarsi in “un'operazione verità contro l'operazione immagine del governo per nascondere la crisi - ha aggiunto Franceschini accusando il governo di voler “impedire che la percezione individuale della crisi diventi percezione collettiva. Per Silvio Berlusconi l'importante è negare, eppure "non c'è paese al mondo in cui il capo del governo nasconde la crisi”.
E durante l’assemblea dell’Associazione A sinistra il segretario ripercorre le oepraizoni immagini, una al giorno, dell’esecutivo.
I soldati per le strade…qualcuno li ha visti? I miliardi per eliminare l'Ici o l'operazione tutta mediatica di Alitalia, di cui oggi si vede il tragico fallimento.

300.000 italiani licenziati senza protezione, ma dicono non all’assegno! Eppur el’opposizione del PD ha fatto continue propose, idee come l'assegno di disoccupazione, “ma appena faccio una proposta dicono che è demagogia, non dicono si o no nel merito – ha spiegato Franceschini - lo sa Berlusconi che nel 2008 sono stati 300.000 gli italiani che hanno perso il lavoro e non hanno una protezione? Lo sa, ha insistito, che tutti i paesi europei hanno una forma di sostegno all'occupazione?”.

Anche per questo non è il momento dell'astensionismo. Per Franceschini serve “recuperare lo spirito delle primarie, quando 3 milioni e mezzo di persone andarono a votare, mentre gli iscritti a Ds e Margherita erano un milione”. E la battaglia, ha chiarito, non si esaurirà con le elezioni europee e amministrative: “Ora quello che il Pd deve affrontare è un lavoro doppio: costruire un partito e fare opposizione. Non basta più dire chi è Berlusconi, lo sanno anche quelli che lo hanno votato, bisogna fare proteste e proposte, dobbiamo mettere in campo delle idee buone”.

Ma. L

mercoledì 4 marzo 2009

«Sì all'assegno di disoccupazione, ma non basta»


Da quanto tempo si parla di precariato? Da tanto, troppo tempo. All'inizio era il mondo della scuola ad avere quasi il monopolio di questa parola legata ad una condizione di lavoro sottile come una lama e in equilibrio come un acrobata. Poi arrivarono i politici e la teorizzazione della flessibilità. E la parola precariato è diventata condizione generale, sofferenza sociale. Ora nelle imprese, alla guida di un autobus, a progettare satelliti o a scrivere articoli ci sono i precari. Il sindacato ne conta sei milioni in Italia.

“Ma vogliamo che ora si smetta di parlare di precariato”, sbotta Salvo Barrano, archeologo e “falsa partita iva” presente al Forum de l'Unità con altri 9 lavoratori (diciamo così) flessibili e al responsabile del Nidil Cgil (anche lui ex precario).
“Vogliamo che si smetta di parlare di precariato – ripete Salvo – perché questo non fa altro che ghettizzarci, ci fa sentire come una anomalia di cui, di volta in volta, si occupa la politica (quando si avvicinano le elezioni) o il sindacato, ma in sostanza serve a tenerci buoni, a tenerci da parte. Parliamo di diritti, di garanzie. Parliamo del fatto che io sono un 'buon azionista' dell'Inps perché ogni mese verso il 25% di quello che guadagno. E lo stesso fa mia moglie, ogni mese. Ma quando è nato il nostro bambino io non ho avuto diritto al congedo di paternità. E così mia moglie è uscita dal mondo del lavoro e io non posso stare a casa per permetterle di rientrare nel giro”.

“Parliamo delle nostre vite, quasi congelate negli affetti, nelle speranze, nelle responsabilità, in attesa di una stabilità lavorativa”, dicono Benedetta Cocchini e Silvia Zino, rispettivamente editor e grafica, lavoratrici precarie e fondatrici del gruppo “Best Before” e della rivista on line “Co.Co.Protesta” (www.rerepre.org).

”O dei tanti che ricorrono agli psicofarmaci o chi può allo psicanalista, se non si lasciano sprofondare in altre dipendenze, come l'alcol o le droghe”, racconta Federico Rizzo ex lavoratore precario di Call Center che ha deciso di realizzare un film (“Fuga dal Call Center” in uscita nelle sale cinematografiche nei prossimi mesi) basato sulla sua esperienza e su centinaia di interviste realizzate in tutta Italia nel 2008.

E così le esperienze i racconti di vita si accavallano, raccontano di continui sradicamenti da una città all'altra, di contratti interrotti dando comunicazione al dipendente la mattina stessa, di colloqui in grandi aziende dalle durate parametrate all'età del pretendente al posto: ”Hai più di quarant'anni? Per te solo tre minuti del nostro tempo”.

“Di uno stato surreale nel quale si sprofonda piano piano – spiega Giampiero Modena Lavoratore precario in un Call Center e dirigente Nidil Cgil Roma – per cui non potendoti comprare né una casa, né un auto, vivi per i piccoli oggetti inutili, compri una fontanina zen solo perché costa 18 euro e te la puoi permettere. Ci si avvicina alla follia”.

“Follia? Già, io follia per follia ho deciso che non potevo continuare a vivere in sospeso, magari fino alla pensione, e ho deciso di non rinunciare a niente. Mi sono sposato, ho comprato una casa (solo grazie all'aiuto dei miei genitori) e ho fatto un figlio. Già una vera follia”, dice Salvo.

Ma quali sono le proposte per uscire da questa situazione, per restituire diritti e speranze ai precari? Qualche giorno fa il Pd ha proposto l'assegnazione di un assegno mensile di disoccupazione per tutti i lavoratori che perdono il posto di lavoro. Proposta che piace ai partecipanti al nostro forum, ma che non è sufficiente.

“Io tecnicamente non perdo il lavoro – dice Andrea Brutti, lavoratore precario “a partita iva” e consulente ambientale – e quindi non potrei rientrare nelle misure proposte dal segretario Pd Franceschini. Si deve accompagnare quella misura con delle soglie minime di salario per chi ha forme contrattuali diverse e per chi svolge comunque lavori qualificati o di responsabilità. E una base che non può essere inferiore ai mille euro”.

“Va bene la proposta del Pd – dice Rossella Perna, lavoratrice precaria Snai e autrice della tesi universitaria “L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro…precario” dedicata anche alla rubrica de l'Unità di Bruno Ugolini “Atipiciachi” – ma proviamo anche a spostare l'onere del lavoro anche sulle imprese. Io proporrei di vietare il licenziamento o il non rinnovo di contratto finché l'azienda non trova un altro contratto con il lavoratore”.

“C'è una sola proposta che mi sento di fare – dice Carmelo Introcaso, ingegnere aerospaziale e precario per le società Ortec e Alenia – ed è maturata dopo le mie esperienze in Francia: chi fa un lavoro precario deve essere pagato con cifre più alte. Cifre che devono compensare, ovviamente in parte, la saltuarietà del lavoro”.

“Io sono abbastanza sfiduciata – confessa Roberta Alani, lavoratrice precaria pubblica e Co.co.co. all'Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale) – di sicuro, se mai avrò un figlio, gli dirò di non studiare oltre le scuole dell'obbligo. Sono anni persi, nessuno ti riconosce più il tuo livello di istruzione. Io, laureata e con un master, guadagno poche centinaia di euro”.

A raccogliere proposte e lamentele rimane Roberto D'Andrea, Segretario Nidil Cgil: “Io dico no all'idea del Pd dell'assegno di mille euro. Così c'è il rischio che le crisi vengano pagate sempre e solo con tutele pubbliche, mentre quando ci sono ricavi o benefici tutto resti nelle mani dei privati. Inoltre, se si stabilisce che un lavoratore 'costa' mille euro, tutto il mercato si adeguerà al ribasso. L'unica strada per risalire la china è, al contrario, far 'costare' i lavoratori flessibili sempre di più”.


di Cesare Buquicchio

04 marzo 2009

domenica 1 marzo 2009

Disoccupazione, no di Berlusconi all'assegno

Dei disoccupati il governo non si occupa, né si preoccupa. Anzi, da Bruxelles - nonostante la pressante richiesta del segretario Pd, Franceschini - arriva il secco no di Berlusconi. Un assegno di disoccupazione in questo momento in Italia per fronteggiare la crisi «non è sostenibile». «Sono d'accordo che quando maggioranza e governo presentano una decisione in Parlamento sono aperte al voto di tutti come sempre - ha affermato nella conferenza stampa finale del vertice Ue - peccato che abbiamo anche degli impegni europei e che c'è l'impegno di Maastricht che ha un costo». Una spesa quindi di circa l'1,5% del Pil «credo non sia sostenibile».

Franceschini ha spiegato in dettaglio anche a "Che tempo che fa" la proposta dell'assegno. "I fondi - ha detto - vanno reperiti con tagli agli sprechi della spesa pubblica ma soprattutto con il recupero dell'evasione fiscale". «In mano ai nostri avversari - ha aggiunto - sembra che diamo soldi a tutti, tipo Antonio La Trippa». Il segretario del Pd ha spiegato che ora gli ammortizzatori sociali sono garantiti solo ad alcuni lavoratori mentre precari, dipendenti delle piccole e medie imprese e chi ha contratti di collaborazione «quando smettono di lavorare vanno a zero lire». I fondi per garantire questo «accompagnamento ai lavoratori in uscita», secondo Franceschini, potranno venire da più voci come ad esempio il taglio della spesa pubblica contro gli sprechi, ma soprattutto dalla lotta «all'evasione fiscale che in Italia si stima sia intorno ai 110 miliardi. Da quando hanno iniziato a governare loro, gli studi dicono che è aumentata di 7-8 miliardi». Basterebbe recuperare il 10% dell'evasione - ha aggiunto - per finanziare queste cose«. In ogni caso, secondo il segretario del Pd, l'evasione è »contro la legge e da condannare "ma in questo momento di crisi è un delitto che va combattuto con forza".

Ma Berlusconi non ci sente, preferisce parlare del Milan. E dice no. La crisi però è durissima, investe l'intero Paese tanto che un appello per i lavoratori della Fiat di Pomigliano d'Arco arriva addirittura da piazza San Pietro e dal Papa. Benedetto XVI ha salutato unaa delegazione di operai dopo l'Angelus. "Sono qui - ha detto il Pontefice - a manifestare la loro preoccupazione per il futuro di quella fabbrica e delle migliaia di persone che, direttamente o indirettamente, dipendono da essa per il loro lavoro. Penso - ha aggiunto -anche ad altre situazioni ugualmente difficili, come quelle che stanno affliggendo i territori del Sulcis-Iglesiente, in Sardegna, di Prato in Toscana e di altri centri in Italia e altrove".

«Desidero esprimere - ha detto il Pontefice - il mio incoraggiamento alle autorità sia politiche che civili, come anche agli imprenditori, affinchè con il concorso di tutti si possa far fronte a questo delicato momento». Per il Papa, «c'è bisogno di comune e forte impegno, ricordando che la priorità va data ai lavoratori e alle loro famiglie».

«Speriamo che le parole del Pontefice aprano la mente al consiglio d'amministrazione della Fiat»: lo ha detto Gerardo Giannone, del Cantiere comunista alla Fiat di Pomigliano. «Siamo molto contenti - ha aggiunto Gianone - ma dopo le parole del Papa, e l'interesse mostrato dal presidente della Repubblica, adesso resta il nodo centrale di una missione produttiva per il nostro stabilimento, che può dare calma e tranquillità alla classe operaia. Un movimento, quello dei lavoratori di Pomigliano, che ha dimostrato, in queste settimane, di poter fare sentire la propria voce ovunque».

«Siamo commossi dal fatto che anche Benedetto XVI ci abbia espresso solidarietà. Ma ora attendiamo che a fare la propria parte sia la Fiat, il cui silenzio ci spaventa moltissimo»: è quanto sostenuto da Sebastiano D'Onofrio, Rsu Fiom della Fiat auto di Pomigliano, il quale ha auspicato che «l'azienda ascolti almeno le parole del Pontefice». «Finora sembra abbiano fatto orecchie da mercante - ha aggiunto - e non hanno ascoltato nessuno. Speriamo che la massima autorità ecclesiastica apra uno spiraglio. Avevamo chiesto la sua solidarietà, ed è arrivata puntuale, grazie anche all'intervento del vescovo di Nola». Venerdì scorso, a scendere in piazza con i lavoratori dello stabilimento, infatti, c'era anche monsignor Beniamino Depalma, che aveva invocato Dio affinchè «illumini le menti», a tutela dei posti di lavoro degli oltre 5mila operai della fabbrica.

E intanto la situazione di disperazione che si vive a Pomigliano D'Arco, dove 5500 operai sono dallo scorso anno in cassa integrazione a 750 euro al mese, senza contare altre 9000 famiglie dell'indotto, è descritta in un'intervista alla Radio Vaticana dal parroco locale, don Peppino Gambardella, presente oggi in piazza San Pietro insieme ad una delegazione di operai della Fiat.
«La nostra Caritas si sta affollando di nuovi poveri: chi chiede di pagare le bollette che non può pagare, chi chiede viveri che non ha, chi chiede lavoro...sono situazioni di disperazione!», spiega. «Noi - aggiunge - abbiamo paura che questo fenomeno faccia crescere l'usura, i furti, la delinquenza: la camorra approfitta anche di questi momenti per assoldare nuovi adepti. Si parla già dell'arrivo di estorsori che vengono a chiedere il pizzo qui, in città». Per questo anche il parroco rivolge «un invito alla Fiat a
trattare e a mettere al primo posto la dignità delle persone e non il capitale». Quanto al ruolo della Chiesa, egli osserva che essa «sta diventando sempre di più il punto di riferimento». «La società - conclude - non si fida più della politica».

Torino in marcia con la Cgil per difendere il lavoro


Settantamila. Sono i lavoratori, i pensionati, gli studenti che a Torino hanno sfilato con la Cgil nella marcia per il lavoro e la difesa del contratto. Una «manifestazione imponente» la chiama la Cgil che ha chiamato a raccolta i lavoratori senza l'appoggio di Cisl e Uil, secondo le quali Epifani ha voluto organizzare «una iniziativa a forte connotazione politica».

Un'iniziativa ribadita politicamente dal segretario del Pd Franceschini che ha chiesto di nuovo al governo di stanziare un assegno per i disoccupati. Una materia che secondo Franceschini avrebbe tutte le caratteristiche di “necessità e urgenza”. Insomma, il governo che di decreti legge ha fatto largo uso, sarebbe bene che ne facesse uno anche per affrontare l'emergenza disoccupazione. La proposta è: «Dare un assegno mensile di disoccupazione per tutti quelli che perdono il posto di lavoro. Berlusconi – invita il segretario Pd – porti il provvedimento in aula, se vuole presenti pure un decreto legge, visto che ne ha già fatti tanti, e noi lo sosterremo».

Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani esprime «apprezzamento» per le proposte avanzate oggi dal leader del Pd Dario Franceschini. «Le proposte affrontano correttamente temi che riguardano le condizioni più drammatiche delle persone in questa fase della crisi - dice Epifani - Il governo dia ora risposte immediate, senza perdere ulteriore tempo e cambi le priorità dei propri interventi. Pomigliano d'Arco ieri, Prato e Torino oggi - conclude il segretario della Cgil - indicano che il Paese chiede urgentemente una svolta nella politica economica e sociale».

E proprio a Torino ad aprire il corteo, uno striscione: «Contro la crisi – si legge – una soluzione c'è: lavoro e contratto». Il Piemonte è una delle regioni dove la crisi colpirà più dura: la Indesit, la Olimpias (Benetton), la Zegna Baruffa, la De Agostini tutte aziende dove i posti dei lavori sono seriamente a rischio. Duecentomila con il lavoro in bilico: 125 mila interinali, 50mila cassintegrati, 28mila in mobilità . Un quinto di tutta la crisi italiana si abbatte quassù.

«Sono oltre 200.000 - ha ricordato il segretario generale della Cgil Piemonte, Vincenzo Scudiere - i lavoratori piemontesi coinvolti dalla crisi in pochi mesi, lo stesso numero di posti di lavoro che si sono persi in dieci anni tra il 1980 e il 1990». «Avremmo voluto che Cisl e Uil fossero qui con noi - ha sottolineato Agostino Megale della segreteria confederale Cgil - mentre in questa crisi governo e Confindustria hanno scelto la divisione sindacale. Noi non avremmo mai fatto un accordo senza Cisl e Uil, un accordo sbagliato che fa perdere potere d'acquisto ai lavoratori e riduce salario». «Oggi a Torino hanno sfilato i lavoratori che sentono la crisi - ha aggiunto il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo - È un problema per Cisl e Uil che non sono qua e che dovrebbero ascoltare di più i lavoratori. Da parte della Cgil è stata una prova di forza non indifferente».

E anche a Prato si è manifestato contro la crisi e a difesa del comparto tessile, con uno striscione record lungo un chilometro. In testa i gonfaloni dei Comuni del distretto, insieme con quelli di Biella, Carpi e Pistoia. A seguire lo striscione di mille metri portato da 2.000 persone, con scritto "Prato non deve chiudere" In piazza insieme, per la prima volta, imprenditori e operai, studenti, rappresentanti delle istituzioni, dei sindacati e delle associazioni di categoria.
28 febbraio 2009

martedì 24 febbraio 2009

Pd, Franceschini presenta la nuova segreteria: «Non c'è tempo da perdere»


Senza perdere tempo, il segretario del Pd Dario Franceschini comincia a realizzare quanto dichiarato nel suo discorso all'Assemblea Costituente. Nuove dirigenze, e rinnovamento. A partire dalla segreteria: nove persone, la maggior parte giovani. Una decisione presa «in solitudine» e «in fretta, perché mancano solo cento giorni alle europee», afferma il segretario.

Azzerati i vecchi organismi dirigenti, dal coordinamento al governo ombra, l'organismo che guiderà il partito è stato scelto «senza trattare con nessuno», e attingendo dai territori in base alle funzioni istituzionali. La nuova segreteria dunque, oltre che da Franceschini, sarà composta da: Vasco Errani (presidente della Regione Emilia Romagna), Sergio Chiamparino (sindaco di Torino), Fabio Melilli (presidente della provincia di Rieti), Maurizio Martina (segretario regionale del Pd in Lombardia), Elisa Meloni (segretario provinciale del Pd di Siena), Federica Mogherini (parlamentare), Giuseppe Lupo (consigliere regionale in Sicilia). Maurizio Migliavacca, che assumerà poi la funzione di dirigente dell'area organizzazione.

«Come mi ero impegnato a fare con l'assemblea che mi ha eletto segretario, ho fatto la mia segreteria in solitudine - dichiara Franceschini - e mi assumo la responsabilità delle mie scelte». «La costruzione di organismi dirigenti di solito richiede tempi di riflessione più lunghi però in questo caso c'era l'urgenza di avere in campo da subito organismi non provvisori», ha chiarito Franceschini. «Oggi mancano cento giorni alle europee quindi non c'è tempo da perdere», ha aggiunto il segretario del Pd.

Per la nuova segreteria politica, Franceschini ha scelto «persone con funzioni istituzionali e legate al territorio che lavoreranno in stretto raccordo con i venti segretari regionali». Migliavacca sarà invece il nuovo dirigente dell'area organizzazione, subentrando a Beppe Fioroni che dirigerà uno dei nuovi dipartimenti. Espletato questo primo passaggio, da domani Franceschini si dedicherà alla individuazione, appunto, dei nuovi responsabili dei dipartimenti tematici. I criteri saranno quelli di «esperienza della materia e attività parlamentare». La scelta sarà fatta coinvolgendo i presidenti dei gruppi e i vicepresidenti delle Camere. Domani pomeriggio i leader Pd incontrerà per la prima volta i segretari regionali, poi alle 20 le assemblee dei gruppi di Camera e Senato.