domenica 15 marzo 2009

"Presidente questa è un'emergenza"

E’ partita oggi la campagna dei Giovani democratici per inviare al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, una cartolina-appello per l’accorpamento della data del referendum con quella delle elezioni europee e amministrative. Il segretario del Partito Democratico, Dario Franceschini, oggi ha simbolicamente imbucato la prima delle migliaia di cartoline che saranno spedite dai Giovani democratici di tutta Italia a Palazzo Chigi.
E davanti all'ufficio postale ha replicato al Cavaliere, che intervenendo telefonicamente al convegno di Reteitalia, diceva: "Siamo al 43% dei consensi e puntiamo ad arrivare al 51%". Il segretario democratico a chi gli chiedeva un commento ha risposto: "Non so perchè sia così umile, io ho un sondaggio qua in tasca secondo il quale il suo partito è già al 51% e alle Europee può arrivare al 92%".

Bando aglis cherzi l'obiettivo della campagna è far fare marcia indietro al governo ed evitare lo spreco di oltre 460 milioni di euro (circa mille miliardi delle vecchie lire) ultilizzando fli stessi soldi per la nostra sicurezza.

Ecco il testo della cartolina che si può trovare anche nella sezione "Materiali di comunicazione" del sito internet del Pd:

Caro Presidente Berlusconi, ho letto che il tuo governo, nel mese di giugno, mi farà votare in due giorni diversi per le elezioni e per il referendum e che questo comporterà un costo in più di oltre 460 milioni di euro! Perché buttare questi soldi dello Stato e dei cittadini? Il Partito Democratico propone di utilizzarli per potenziare con uomini e mezzi le Forze dell’Ordine, acquistare il carburante alle volanti, riparare quelle ferme perché rotte e pagare gli straordinari al personale.
Io sono d’accordo e ti chiedo: aiuta gli italiani davvero, unifica la data del voto.

L'inziativa, partita da una proposta dei Giovani Democratici mira ad accorpare i prossimi impegni elettorali, in questo periodo di crisi. Il prossimo giugno milioni di italiani saranno chiamati a scegliere i propri rappresentanti in Europa e nelle amministrazioni locali. Pochi giorni dopo si dovranno recare di nuovo alle urne per il voto referendario. La domanda che da tempo si pone il PD è perché non fare in modo che esista un unico turno, un election day, che permetta di portare ai seggi una volta sola e che, soprattutto, faccia risparmiare oltre 460 milioni di inutili spese elettorali. Una proposta di buon senso, una risposta che è vicina alle persone in grande difficoltà con l’estenuante crisi economica.

In effetti non pare che esistano valide motivazioni razionali per opporsi a questa richiesta se non quelle degli interessi di pochi, e di una persona in particolare, il cui obiettivo rimane quello di svilire l’importanza dell’istituto referendario e ricompattare una maggioranza sfilacciata. Detto in altri termini, a Berlusconi interessa solo evitare che il referendum ottenga il quorum necessario e poco importa se per ottenere il risultato vengano bruciati 460 milioni di euro in pochi giorni.


"Il governo non vuole l'election-day, l'accorpamento delle elezioni europee ed amministrative in un unico giorno, per impedire che il referendum raggiunga il quorum”. Lo ha dichiarato il segretario del Pd, Dario Franceschini, durante il suo intervento all'assemblea costituente dei Giovani Democratici.

"L'election-day permetterebbe di risparmiare 460-500 milioni. Sono soldi che vengono buttati dalla finestra, sono buttati in faccia alle persone che non ce la fanno, mentre potrebbero essere utilizzati per potenziare con uomini e mezzi le forze dell'ordine. Buttano via soldi veri- ha continuato Franceschini - per impedire che al referendum venga raggiunto il quorum".

"Berlusconi, continua Franceschini nel suo intervento davanti alla platea dei Giovani Democratici, "è l'unico primo ministro che si preoccupa di nascondere o di minimizzare la crisi. Tutti i capi di governo presentano la crisi con durezza, mostrando la realtà, indicando i rischi che corriamo e le possibili soluzioni. Berlusconi è l'unico presidente del consiglio che si preoccupa di nascondere la crisi o di negarla e che dice 'spendete' alla persone che non arrivano a fine mese. Qualsiasi persona di buon senso non può che dare ragione alla presidente di Confindustria". Il riferimento è all'appello lanciato da Emma Marcegaglia sulla necessità di affrontare la crisi economica con «soldi veri». Durante il suo intervento all'assemblea nazionale dei Giovani Democratici Franceschini è tornato sulle critiche al piano-casa: "È una norma demagogica fatta unicamente per raccogliere qualche voto. Per questo non la possiamo accettare, «dobbiamo difendere il nostro territorio, le nostre coste i nostri centri storici. Anche se alla maggioranza piace l'idea di devastare il territorio con una norma demagogica".

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