domenica 1 marzo 2009

Torino in marcia con la Cgil per difendere il lavoro


Settantamila. Sono i lavoratori, i pensionati, gli studenti che a Torino hanno sfilato con la Cgil nella marcia per il lavoro e la difesa del contratto. Una «manifestazione imponente» la chiama la Cgil che ha chiamato a raccolta i lavoratori senza l'appoggio di Cisl e Uil, secondo le quali Epifani ha voluto organizzare «una iniziativa a forte connotazione politica».

Un'iniziativa ribadita politicamente dal segretario del Pd Franceschini che ha chiesto di nuovo al governo di stanziare un assegno per i disoccupati. Una materia che secondo Franceschini avrebbe tutte le caratteristiche di “necessità e urgenza”. Insomma, il governo che di decreti legge ha fatto largo uso, sarebbe bene che ne facesse uno anche per affrontare l'emergenza disoccupazione. La proposta è: «Dare un assegno mensile di disoccupazione per tutti quelli che perdono il posto di lavoro. Berlusconi – invita il segretario Pd – porti il provvedimento in aula, se vuole presenti pure un decreto legge, visto che ne ha già fatti tanti, e noi lo sosterremo».

Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani esprime «apprezzamento» per le proposte avanzate oggi dal leader del Pd Dario Franceschini. «Le proposte affrontano correttamente temi che riguardano le condizioni più drammatiche delle persone in questa fase della crisi - dice Epifani - Il governo dia ora risposte immediate, senza perdere ulteriore tempo e cambi le priorità dei propri interventi. Pomigliano d'Arco ieri, Prato e Torino oggi - conclude il segretario della Cgil - indicano che il Paese chiede urgentemente una svolta nella politica economica e sociale».

E proprio a Torino ad aprire il corteo, uno striscione: «Contro la crisi – si legge – una soluzione c'è: lavoro e contratto». Il Piemonte è una delle regioni dove la crisi colpirà più dura: la Indesit, la Olimpias (Benetton), la Zegna Baruffa, la De Agostini tutte aziende dove i posti dei lavori sono seriamente a rischio. Duecentomila con il lavoro in bilico: 125 mila interinali, 50mila cassintegrati, 28mila in mobilità . Un quinto di tutta la crisi italiana si abbatte quassù.

«Sono oltre 200.000 - ha ricordato il segretario generale della Cgil Piemonte, Vincenzo Scudiere - i lavoratori piemontesi coinvolti dalla crisi in pochi mesi, lo stesso numero di posti di lavoro che si sono persi in dieci anni tra il 1980 e il 1990». «Avremmo voluto che Cisl e Uil fossero qui con noi - ha sottolineato Agostino Megale della segreteria confederale Cgil - mentre in questa crisi governo e Confindustria hanno scelto la divisione sindacale. Noi non avremmo mai fatto un accordo senza Cisl e Uil, un accordo sbagliato che fa perdere potere d'acquisto ai lavoratori e riduce salario». «Oggi a Torino hanno sfilato i lavoratori che sentono la crisi - ha aggiunto il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo - È un problema per Cisl e Uil che non sono qua e che dovrebbero ascoltare di più i lavoratori. Da parte della Cgil è stata una prova di forza non indifferente».

E anche a Prato si è manifestato contro la crisi e a difesa del comparto tessile, con uno striscione record lungo un chilometro. In testa i gonfaloni dei Comuni del distretto, insieme con quelli di Biella, Carpi e Pistoia. A seguire lo striscione di mille metri portato da 2.000 persone, con scritto "Prato non deve chiudere" In piazza insieme, per la prima volta, imprenditori e operai, studenti, rappresentanti delle istituzioni, dei sindacati e delle associazioni di categoria.
28 febbraio 2009

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