sabato 14 febbraio 2009

Veltroni: il governo sblocchi i crediti delle imprese


I giudizi del governo sulla crisi, da quando è stato detto ad ottobre che era cosa diversa da quella del '29, le rassicurazioni sugli effetti di un calo del Pil del 2% «sono la testimonianza della grave sottovalutazione della crisi in atto». Lo ha detto il segretario del Pd Walter Veltroni illustrando i punti del piano "anti-crisi" del Partito democratico. E, aggiunge il segretario del Pd, «oggi pomeriggio invierò il nostro piano al governo perché lo possa giudicare».

«Si tratta di giudizi sbagliati su una crisi che invece sta arrivando prepotentemente sulle imprese e sul lavoro» ha detto ancora Veltroni ricordando, la diffusione di ieri degli ultimi dati Istat sul calo del Pil. Il piano proposto dal Pd propone invece, spiega il segretario, interventi per il biennio 2010-2011 pari a un punto di Pil con misure sugli ammortizzatori sociali, interventi a sostegno dei redditi: salari e pensioni e per le imprese, soprattutto, per le Pmi la cui struttura «è per sua natura la più esposta alla crisi».

Sono sei le proposte cardine del piano Pd: ampliamento degli ammortizzatori sociali, riduzione delle tasse per lavoratori e pensionati, ripristino delle risorse per il Sud d'Italia, pagamento immediato dei debiti della P.A. verso le imprese, sviluppo sostenibile, sostegno all'industria per l'innovazione e l'occupazione.

«La mia opinione sulla crisi è nota, la ripeto da tempo - spiega Veltroni - sono convinto che stiamo affrontando la crisi più drammatica degli ultimi 40 anni. Ci troviamo in una situazione di autentica emergenza nazionale ed ogni sottovalutazione è sbagliata e grave» e per di più «produce effetti ancora più deleteri sull'economia stessa».

Veltroni spiega di concedersi «un unico riferimento polemico» nei confronti del premier, ricordando alcune frasi pronunciate nei mesi addietro da Berlusconi sulla crisi, volte a minimizzare la situazione: «Sono la testimonianza - sottolinea - della totale e gravissima sottovalutazione da parte del governo e del giudizio sbagliato che ha avuto sulla natura e sulla profondità della crisi».

Infine, Veltroni mette in guardia dal reale «rischio di povertà nel nostro Paese: è sempre più crescente la quota di cittadini, stimabile in circa 15 milioni, che sono subito sopra o subito sotto la soglia di povertà. Contrastare questo - conclude - deve essere l'obiettivo principale del governo».

Anche per Massimo D'Alema «il fatto che il presidente del Consiglio si sia accorto solo ieri della crisi economica è una delle ragioni della sua gravità perché il governo l'ha sottovalutata, ha pensato che fossero sufficienti delle barzellette, degli appelli a divertirsi e a consumare». Secondo l'ex ministro degli Esteri «evidentemente era necessario agire con ben altra determinazione sia per sostenere i redditi delle persone sia per sostenere le imprese». D'Alema ha poi citato i dati economici resi pubblici dall'Istat sulla caduta del Pil che «collocano l'Italia all'ultimo posto tra i 16 paesi dell'area euro e come il paese in cui la crisi economica è più grave».

D'Alema non perde l'occasione anche per un duro attacco nei confronti degli industriali. «Il mondo delle imprese - scandisce facendo esplodere gli applausi - dovrebbe farsi un pò più sentire. C'è una singolare acquiescenza di Confindustria». L'ex ministro ricorda la trattativa del governo Prodi sul cuneo fiscale: «Non ci hanno neanche detto grazie, hanno detto che non bastavano e hanno protestato. Da questo governo - osserva - hanno avuto quattro spiccioli e ogni giorno dicono grazie». Infine, un'analisi sul futuro del Pd. D'Alema valuta positivamente la candidatura di Bersani, una decisione che secondo lui non rischia di indebolire il partito: «Conosco diverse persone, anzi - dice D'Alema - che si sentono più vicine al Pd proprio perchè Bersani si è candidato». Comunque, conclude, tutto si deciderà al congresso.

14 febbraio 2009

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